Autismo: Cascina Cristina di Cantù sarà la prima “community farm” in Lombardia

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Trasmettiamo il comunicato di Regione Lombardia

Una “community farm” collocata in un contesto rurale che favorirà l’abilitazione fondata sul modello della fattoria, secondo analoghe esperienze estere e italiane.
Cascina Cristina è un progetto di Abilitiamo onlus, associazione nata nel 2017 da familiari di persone con disturbi dello spettro autistico. La struttura è integrata con il territorio urbano di Fecchio (località di Cantù) e si trova di fronte alla Parrocchia di San Carlo e all’annesso oratorio.
In occasione dell’open day organizzato in occasione dell’imminente termine dei lavori di restauro conservativo di Cascina Cristina sono intervenuti Alessandra Locatelli, assessore alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità di Regione Lombardia e Fabrizio Turba, sottosegretario con delega ai rapporti con il Consiglio regionale.

«Si tratta di un bellissimo progetto, finanziato da Regione Lombardia insieme a Fondazione Cariplo, che sarà ultimato a breve – ha dichiarato l’assessore – e che vedrà nascere la prima comunità abitativa sul modello della “community farm” per la presa in carico di giovani e adulti con disturbi dello spettro autistico nel territorio dell’Insubria e della Brianza. La struttura, destinata a diventare un punto di riferimento per il territorio comasco, è quasi pronta ad accogliere 14 adulti autistici a media e alta complessità e ad ospitare anche un centro diurno dove 15 persone potranno svolgere attività lavorative, ricreative e sportive. Al suo interno troverà spazio anche uno sportello psicologico per dare supporto alle famiglie e un centro per formazione specializzata per operatori del settore».

«Questa struttura – ha sottolineato Turba – è uno straordinario esempio di inclusione sociale e di promozione dell’autonomia, due aspetti importantissimi per il miglioramento della qualità di vita delle persone con autismo. Regione Lombardia è orgogliosa di avere sul proprio territorio progetti di questo tipo, che sono esattamente quello di cui abbiamo bisogno per garantire un futuro migliore alle persone che soffrono di questi disturbi e alle loro famiglie. L’auspicio è che, in futuro, modelli come questo possano essere replicati anche altrove: l’istituzione regionale non farà mai mancare il proprio sostegno a realtà come questa e continuerà a lavorare a fianco delle associazioni e delle famiglie per realizzare progetti di vera inclusione».

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