Supporto Attivo: prima lo sfratto dal Comune, ora la consegna di pacchi davanti a Palazzo Cernezzi

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Divulghiamo integralmente il comunicato di Supporto Attivo in merito al sit in, organizzato davanti a Palazzo Cernezzi, di sabato 10 luglio.

“Questa mattina abbiamo spostato per un giorno le nostre attività di distribuzione di spese solidali davanti a Palazzo Cernezzi, per mostrare alla cittadinanza la realtà della nostra rete sociale che rischia di venire smantellata con il mancato rinnovo della concessione di uno spazio pubblico da parte del Comune di Como, e richiamare l’Amministrazione all’urgenza di una sua soluzione.

Supporto Attivo

Giovedì 15 luglio p.v. scadrà infatti il termine impostoci per lo sgombero dei locali pubblici precedentemente assegnatici, e dal Comune di Como non è finora pervenuta alcuna proposta di soluzione atta a garantire la continuità delle nostre attività solidali, che attualmente interessano circa ottanta famiglie su tutto il territorio cittadino.

Solo grazie alla grande solidarietà dell’associazionismo comasco possiamo sperare di non dover interrompere la consegna delle spese solidali, tanto più che l’emergenza sociale continua con lo sblocco degli sfratti e dei licenziamenti. In questi giorni abbiamo infatti raccolto le proposte di ospitalità pervenuteci e verificato tempi, spazi e modalità di eventuali collaborazioni che ci permettano di proseguire.

Supporto Attivo

Tra le proposte pervenuteci, abbiamo verificato anche quella di cui il Comune di Como si era fatto pubblicamente garante per tutelare la continuità del nostro progetto, e cioè la possibilità di utilizzo dei locali in uso alla Caritas parrocchiale di Sagnino tramite la collaborazione con don Emanuele Corti.

A seguito di un incontro con lo stesso don Emanuele Corti, che ringraziamo per la disponibilità, abbiamo purtroppo verificato che la proposta è ancora in fase di elaborazione e di discussione all’interno della Parrocchia, e che al momento non risultano locali vacanti attia garantire la continuità del nostro progetto.

Dobbiamo pertanto constatare che il Comune di Como non si è posto come garante della nostra continuità e che dovremo contare solo sulle nostre forze per cercare una soluzione a tutela delle famiglie della rete”.

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