Piera Colombo saluta i suoi pazienti dopo 40 anni di carriera tra passione e sacrifici

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Quarant’anni di carriera tondi tondi, iniziata il 1 febbraio del 1980 e conclusa (anche se non archiviata) il 1 ottobre 2020, come medico di famiglia a Fino Mornasco.

La dottoressa Piera Colombo, classe ’51, salute di ferro e nervi di acciaio come lei stessa ama definirsi, da oggi inizierà un nuovo capitolo della sua vita togliendo il camice da medico che ha indossato con orgoglio e dedizione per una vita intera.

Ma partiamo dall’inizio come in tutte le storie che si rispettino. Un laurea in Medicina e Chirurgia con una specializzazione in Medicina del lavoro che ha coronato il sogno che aveva da ragazza. Una famiglia che l’ha sempre esortata a lavorare sodo e che le è sempre stata accanto. Quarant’anni volati tra un paziente e l’altro, tra una visita e una confidenza con chi negli anni ha imparato ad apprezzarla e a volerle bene.

“Credo di aver avuto la grande fortuna di aver potuto fare il lavoro che mi piace, uno dei lavori più belli e difficili che ci siano al mondo – spiega la dottoressa Colombo – non solo perché bisogna essere preparati e capaci ma anche perché servono doti umane e di comprensione. Bisogna ambire a diventare un punto di riferimento per i pazienti”.

“Alcuni miei pazienti li ho presi in carico che avevano 1 anno e ora ne hanno 40 – sorride il medico – in tutti questi anni alcuni di loro sono diventati dei veri e propri amici prima ancora che pazienti”.

1520 persone, non semplici pazienti, che Piera Colombo ha imparato a conoscere e ad ascoltare nel corso degli anni. Un lavoro, quello del medico di base, che richiede in primis grandi doti di empatia e di ascolto.

“Sono sempre più convinta che nella nostra professione non si debba eccedere con il tecnicismo, bisogna sempre puntare all’ascolto e alla condivisione con il paziente – racconta la dottoressa – non si deve curare la malattia ma il paziente”.

Parole di stima e di affetto nei suoi confronti non solo dai suoi innumerevoli pazienti ma anche da parte della Dottoressa Cristina Della Rosa, responsabile Dipartimento Cure Primarie, che descrive ciò che è stato il suo lavoro come un compendio di responsabilità e competenze senza tralasciare un pizzico di autorevolezza che in un lavoro così difficile non guasta mai.

Un mondo, quello dei medici di base, ora sempre più femminilizzato. Il trend nazionale dice che ci sono più medici di famiglia donna che uomini forse per una predisposizione femminile naturale all’ascolto.

“Sono stata fortunata anche nell’avere due figlie preziose e due sorelle molto presenti. Sara e Francesca sono le mie ragazze. Ora sono diventata nonna di due nipotine, Greta e Emma, che sono per me il senso della vita”.

“La mia famiglia di origine mi ha aiutata invece a non avere paura di lavorare duramente anche se in questi anni ci sono stati tanti momenti di sacrificio ma tutti ampiamente ripagati da grandi soddisfazioni”.

L’ultima sfida lavorativa che ha dovuto affrontare è stata quella legata all’emergenza sanitaria, una battaglia importante affrontata a fine carriera con la stessa grinta ed energia che l’hanno sempre contraddistinta.

“Durante il lockdown lavoravo anche 15 ore al giorno. Ho iniziato a curare i miei pazienti tramite la telemedicina, i malati Covid venivano curati e monitorati nelle loro case telefonicamente – racconta Piera Colombo – telefonavo tre volte al giorno ad ogni paziente per accertarmi delle loro condizioni e per proseguire le cure. Un periodo che difficilmente dimenticherò e che mi ha ricordato ancora una volta quanto sia importante per i pazienti non sentirsi mai abbandonati dal proprio medico”.

Una vita dedicata ai suoi pazienti e alla sua professione senza mai dimenticarsi della famiglia e di essere una mamma. Donna, medico, mamma, amica e confidente ora nonna e chissà quante altre cose ancora potrà essere Piera Colombo in questo suo nuovo inizio.

E poi come scrivono i suoi pazienti per salutarla “l’amicizia non va in pensione”.

 

 

 

 

 

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