Era la fine dell’inverno del 1997, guardavo fuori dalla finestra della mia camera e pensavo agli scatoloni che avrei dovuto nuovamente vedere per casa, agli amici che avrei dovuto salutare, alle corse in bicicletta che non avrebbero più sbucciato le mie ginocchia, alle partite a Doom sul 286 del mio amico Puffo, alle sfide a chi correva più forte sulle lastre di ghiaccio giù dalle balze dietro casa con il bob.