IL BELLO DELL’ORRIDO: “Quel che resta di Dio”, Emilio Isgrò dialoga con Armando Besio. Ultimo appuntamento dell’anno

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Quarto e ultimo appuntamento dell’anno per la seconda stagione della rassegna “Il bello dell’Orrido”, la serie d’incontri con gli autori ideata da Armando Besio.

L’iniziativa – organizzata da ArchiViVitali, in collaborazione con il Comune di Bellano – prosegue online con Emilio Isgròprendendo come spunto e punto di partenza del dialogo la sua ultima pubblicazione, intitolata “Quel che resta di Dio”.

 

Pittore e poeta, ma anche romanziere, drammaturgo e regista, Emilio Isgrò è uno dei nomi dell’arte più noti a livello internazionale: “le cancellature” che l’hanno reso celebre hanno aperto a un nuovo modo di intendere il valore della parola, sollevando una questione che va oltre i mondi dell’arte e della letteratura: la possibilità della parola umana di sopravvivere in una società dominata dalla comunicazione virtuale. La sua cancellatura ne ha rinforzato la dignità: cancellare non vuol dire distruggere, ma sottolineare le sue oscillazioni in un continuo mutamento che il mondo globalizzato sembra aver dimenticato. La raccolta di poesie “Quel che resta di Dio” (Guanda, 2019) è il punto di partenza per la conversazione con Armando Besio.

 

Emilio Isgrò: artista concettuale e pittore, ma anche poeta, scrittore, drammaturgo e regista (Barcellona di Sicilia, 1937) esordisce nei primi anni Sessanta con una pratica artistica – quella delle “cancellature” – che, nel corso dei decenni, ha esplorato i confini tra scrittura e arti visive, espandendo i limiti e le possibilità di entrambi i campi.

I testi che l’artista sceglie per l’operazione della cancellatura sono inizialmente stralci di quotidiani, sui quali egli interviene cancellando le parole del testo e lasciando leggibili solo pochi, selezionati vocaboli. In questo modo il tessuto semantico del testo originario è modificato e radicalmente re-interpretato, facendo emergere significati estranei al testo di partenza.
In seguito passa alla cancellatura di testi integrali e di libri: lavora su testi diversi, come quello della Treccani, sull’enciclopedia Larousse, sull’enciclopedia britannica e su quella sovietica. Arricchisce il proprio lavoro di una valenza politica, trasformando la cancellatura in uno strumento di indagine sulle relazioni tra sapere e autorità. Con il passare degli anni l’atto della cancellatura è entrata in dialogo non soltanto con le contemporanee ricerche artistiche (ascrivibili al campo dell’Arte Concettuale) ma anche con i linguaggi e la storia della pittura.

 

Il curatore del festival: Armando Besio

Genovese di nascita, si è laureato in Storia dell’Arte con il professor Corrado Maltese presso l’Università di Genova, ha lavorato al Secolo XIX, al Lavoro e al Venerdì di Repubblica, ed è stato responsabile delle pagine culturali milanesi di Repubblica. Collabora con la Milanesiana, la manifestazione culturale ideata e diretta da Elisabetta Sgarbi, ha ideato e dirige d’estate il festival “Zelbio Cult – incontri d’autore su quell’altro ramo del lago di Como”.

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