Domenica 11 luglio 2021. Sono le 22.55 e a Londra comincia a piovere a dirotto. Niente di strano, tutto sommato. Le estati inglesi sono fatte cosi: tempo imprevedibile e cielo spesso coperto da fitte nubi che costantemente minacciano pioggia. Forse è anche per questo che il popolo inglese non è famoso per essere aperto e solare. Sembra quasi che il clima rispecchi in qualche modo l’umore dei sudditi di Sua Maestà. E anche in questa occasione sembra proprio così. La nazionale dei tre leoni ha appena perso la finale degli europei, per di più a casa sua, nell’emblematico stadio di Wembley. Peggio di così non poteva andare. Il morale dei giocatori e dei milioni di tifosi è a pezzi, e la pioggia battente può fare solo da sfondo a questo momento.
L’euforia che per tutta la giornata si poteva respirare per le strade della capitale sono solo un ricordo lontano. Ora si vede solo frustrazione, tristezza e rammarico per aver sfiorato un traguardo che la nazionale di calcio insegue dal lontano 1966, l’unica volta che gli undici del pallone riuscirono a vincere un torneo internazionale, la coppa del mondo per essere precisi.
Eppure, come detto, nei giorni precedenti l’entusiasmo e la convinzione di riuscire a centrare l’obiettivo erano palpabili: dalla gente comune ai giornalisti e ai vip fino ad arrivare al primo ministro e persino alla famiglia reale. Tutti erano galvanizzati dall’evento e convinti di potercela fare sotto un unico, forte “it’s coming home”.
E invece no. Quello che poteva essere un bellissimo sogno si è presto trasformato in un terribile incubo. E ora, per di più, tutta la nazione è alle prese con polemiche e problemi da risolvere.
È lunedì mattina. Dai giornali saltano all’occhio parole come “Dolore straziante” o “fa male”, sui social i meme si rincorrono, con il più ricorrente che recita “it’s going to Rome”. Su internet e in tv cominciano a circolare video orrendi di supporter che allo stadio e nella capitale hanno dimostrato di essere tutto tranne che tifosi e amanti dello sport. E, come se non bastasse, alcuni giocatori di colore ora devono anche difendersi da attacchi razzisti. Insomma, il peggio del peggio.
Di tutt’altro spirito, invece, è la numerosa comunità di italiani che vive a Londra. Cori, canti, clacson e bandiere tricolore hanno echeggiato per la città, contrastando lo stato d’animo del popolo inglese. L’Italia ha appena vinto gli europei. Una cavalcata trionfale che si è conclusa proprio sotto gli occhi di moltissimi connazionali che vivono nella capitale. I più fortunati sono riusciti ad andare allo stadio, festeggiando con i calciatori la vittoria finale, mentre tutti gli altri si sono ritrovati nei locali italiani o, come me, a casa di amici. Per tutti l’orgoglio di essere italiani è forte e, una volta in più, ci permette di camminare a testa alta e con gli occhi all’insù. Noi, tutto sommato, domenica sera non abbiamo visto nuvole e pioggia, ma solo un immenso cielo azzurro.
La reazione dei tabloid inglesi in questa fotogallery