Pochi giorni fa anche su ComoCity come in tantissimi siti e giornali della Lombardia avevamo riportato l’appello per la scomparsa di Giulia Tramontano. La cercavano tutti, ma purtroppo la giovane era già morta.
La ragazza, incinta di 7 mesi, viveva a Senago proprio con il reo confesso, Alessandro Impagnatiello. Il 30enne lavorava in un bar di lusso di Milano. Da qualche mese intratteneva un relazione parallela con una collega anche lei, sembrerebbe, ignara che Alessandro convivesse con un’altra donna. Fino allo scorso aprile quando, come riporta anche Ansa, avevano iniziato ad avere sospetti.
Le due donne si sarebbero quindi incontrate e da lì la volontà di Giulia di chiarire con Alessandro. Ma le cose sono andate diversamente e, secondo quanto appreso, il 30enne l’avrebbe uccisa a coltellate per poi tentare di bruciare il suo corpo. Dopo avere ucciso Giulia e il figlio che portava in grembo avrebbe tentato di incontrare l’altra donna con cui aveva una relazione, assicurandole che Giulia se ne era “andata” e che lui era un “uomo libero”, screditando anche la 29enne dicendo che quel figlio che aspetta non era suo, cosa non vera. La donna, però, per paura ha deciso di non incontrarlo.
Alessandro Impagnatiello ha confessato nella notte e ha fatto ritrovare il corpo di Giulia e ora si trova nel carcere di San Vittore.