In partenza il progetto “Coltivare le periferie” per il recupero dei terreni agricoli abbandonati della periferia comasca

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Trasmettiamo il comunicato di Terraviva

L’ultimo piano regolatore del Comune di Como ha evidenziato come le superifici urbane boschive e urbanizzate stiano pericolosamente crescendo, a scapito di quelle agricole, con rischi connessi a:
– Consumo di suolo e degrado paesaggistico (legati a processi di urbanizzazione e infrastrutturazione del territorio)
– Perdita biodiversità e agribiodiversità
– Rischio idrogeologico
– Fenomeni di degrado paesaggistico legati ad abbandono e dismissione del territorio (ad es. abbandono rifiuti)

La strategia di intervento identificata politicamente è quella di promuovere “…un’agricoltura capace di rispondere alle esigenze di un nascente mercato locale e di fornire servizi e multifunzioni.” Il progetto “Coltivare le Periferie” nasce dall’esigenza di dare concretezza a questo piano di intenti, con lo scopo di recuperare terreni agricoli abbandonati della periferia comasca, attraverso pratiche di agroecologia multifunzionale. Si struttura, quindi, come risposta ai rischi territoriali di carattere ambientale, ma anche come occasione di promozione e di inclusione sociale.
Il progetto pilota, previsto per il triennio 2022-2024, ha ottenuto un finanziamento nell’ambito del Bando Cariplo “Coltivare Valore 2021”, per quasi la totalità dell’importo richiesto.
Il progetto è stato elaborato in partenariato dalla Associazione di Promozione Sociale Terra Viva (Capofila), dalla Cooperativa sociale “Sociolario”, dalla Cooperativa sociale “Questa Generazione” e dall’Ente Parco Spina Verde. Accanto ai partner, alcune realtà localisi sono costituite in una rete di sostegno, fra queste La Mongolfiera, Miledù, Como Accoglie, Asylum, Auser, Arci, Legambiente, Ecoinformazioni, Associazione Cipolla di Brunate.

La fase pilota (triennio 2022-2024), oggetto del finanziamento, prevede interventi in 3 aree del territorio comasco:
– il recupero totale di un terreno, nel quartiere periferico di Sagnino (circa 0,8 ettari) per destinarlo sia ad attività agricole che didattico-ricreative. Il terreno è stato già parzialmente recuperato nel corso dei 2 anni passati, con lavoro volontario e materiali di recupero
– il recupero di un terreno nel quartiere di Camnago (circa 0,86 ettari) già predisposto per coltivazione in serra
– la realizzazione di infrastrutture nel comparto agroambientale ed ecologico di Cardano, di proprietà del Parco Regionale Spina Verde dal 2018 (circa 14 ettari). L’area, particolarmente interessante dal punto di vista ambientale, si caratterizza per la presenza di ampi spazi prativi e radure, rare in Spina Verde che è caratterizzata per lo più da copertura forestale. All’interno del progetto il Parco svilupperà con Fondazione Cariplo un vivaio di essenze autoctone, per sviluppare piante di pregio che andranno a sostituire, nel tempo, i boschi più vecchi e i robinieti. I partner di progetto intervengono nella manutenzione del vivaio, che rappresenterà una occasione per lo sviluppo di professionalità e inserimento lavorativo.

Insieme al recupero delle aree verdi indicate, il progetto prevede di:
– Produrre e commercializzare ortaggi di qualità e derivati nell’area della città di Como
– Promuovere nuove opportunità occupazionali, in particolare per persone in condizioni di svantaggio
– Recuperare varietà locali tradizionali (ad esempio la cipolla di Brunate, il vitigno verdese e il gelso la cui coltura è anche rilevante ai fini della prevenzione del dissesto idrogeologico)
– Attivare reti di comunità nelle periferie e stimolare la fruizione sostenibile dei quartieri periferici (Il progetto prevede di vendere almeno il 50% della produzione direttamente nei quartieri periferici con mercatini, anche aperti a terzi, direttamente nelle aree coltivate. Sono programmate attività didattiche e di sensibilizzazione sui temi dell’agricoltura e della sostenibilità ed eventi di carattere culturale e ricreativo da svolgersi nelle aree recuperate).
Circa il 60% del progetto sarà finanziato dal contributo Cariplo, la parte restante sarà oggetto di autofinanziamento con le attività di commercializzazione delle orticole, con i proventi delle attività didattiche e culturali e con una campagna dedicata di fundraising.

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