“Gli europei dovrebbero godersi un’estate sicura e rilassante”, è questo il concetto, forte e chiaro, espresso su Twitter dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, “con il progredire della vaccinazione, proponiamo di facilitare gradualmente le misure di viaggio in modo coordinato con il nostro strumento comune: il certificato Covid digitale dell’Ue. Porterà chiarezza e prevedibilità quando riprenderemo i viaggi liberi nell’Ue”.

La proposta della commissione

Il certificato verde, green pass, dovrebbe esentare i viaggiatori all’interno dell’Unione Europea che lo detengono dagli obblighi di test e/o quarantene. Il pass può diventare valido quattordici giorni dopo l’ultima dose di vaccino anti-Covid, ossia la seconda dose di AstraZeneca, Pfizer/BioNTech e Moderna e solo la prima e unica dose per quanto riguarda Janssen (J&J). Lo stesso riguarda le persone guarite dal Covid che hanno ricevuto solo una dose di vaccino.

L’Italia, per il momento, ha deciso che il suo pass nazionale è valido dal quindicesimo giorno dopo la prima dose. Si tratta di una regola che dovrà valere non solo per gli italiani ma anche per gli stranieri in arrivo nel Paese.

Per le persone guarite dal Covid, inoltre, il pass dovrebbe durare 180 giorni a partire dal test molecolare positivo. Per chi invece non è ancora vaccinato o è trascorso troppo tempo della malattia, dovrà fare un tampone: quelli molecolari potrebbero avere una validità di “72 ore”, mentre quelli rapidi “48 ore”.

“Per garantire l’unità familiare – aggiunge la Commissione – i minori che viaggiano con i genitori dovrebbero essere esentati dalla quarantena quando i genitori non devono sottoporsi all’isolamento, ad esempio perché vaccinati. E “anche i bambini sotto i 6 anni dovrebbero essere esentati dai test relativi al viaggio”.