FuoriFuoco, online il secondo capitolo del webdoc “Lago della Bilancia”

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FuoriFuoco è un progetto di giornalismo giovanile partecipato.

Oggi, martedì 16 gennaio a partire dalle ore 9, è online il secondo dei tre capitoli del webdoc “Lago della Bilancia”, con un focus sull’economia del lago.

“Lago della Bilancia” è il primo lavoro della redazione giovanile di FuoriFuoco, laboratorio di giornalismo partecipato.

È un lavoro a tre puntate che guarda al Lago di Como, approfondendo l’ecosistema lariano da tre punti di vista: quello ambientale, quello economico e quello relativo alla questione giovanile, tre lenti fondamentali con cui guardare al Lario e al nostro rapporto con lui.

L’inchiesta sta uscendo a puntate ogni martedì sul sito della redazione. Dopo il capitolo sull’ambiente, si continua questo martedì 16 febbraio con il focus sull’economia.

Il webdoc nasce con l’idea di riportare il lago di Como al centro dell’immagine. “Lago della Bilancia” vuole essere un modo diverso di guardare al Lario: non solo paesaggio di sfondo di una cartolina, ma prima di tutto ecosistema vivo, trait d’union delle comunità che vivono sulle sue sponde, risorsa economica e culturale di fondamentale importanza per il territorio.

 

FuoriFuoco

Negli anni ‘80, quando lo stato chimico ed ecologico del Lario toccava il suo punto più basso (vedi puntata precedente) le industrie del Lago entravano in crisi. In quegli anni inizia la parabola discendente della Falck di Dongo: azienda da 2000 dipendenti negli anni ‘70, ad oggi, dopo aver cambiato nome e diversificato la produzione, ne conta 90. Per Dongo “mamma Falck” è stata una benedizione, ma la sua dipartita ha lasciato dei buchi nel tessuto produttivo del paese che ancora oggi rimangono aperti. <<Ogni anno venivano assunti tutti e 25 i ragazzi che uscivano dalla scuola aziendale del paese>> dice il sindaco di Dongo Giovanni Muolo, anche lui come molti donghesi con un passato lavorativo in Falck <<ma ora sono costretti ad andarsene per trovare un lavoro e un futuro>>.

Ph FuoriFuoco

Al momento una parte del vecchio stabilimento Falck è in attesa di bonifica per essere trasformata in stabilimenti turistici e commerciali. A Dongo, come sul resto del lago, ci si rivolge al turismo per colmare quei vuoti lasciati dalla crisi dell’industria. Il settore negli ultimi vent’anni ha visto una crescita incredibilmente rapida e costante: le presenze sono aumentate del 250% rispetto al 1999, arrivando a 1 milione e 700mila turisti totali nel 2019 e un fatturato di più di 2 miliardi nel 2018. Un’ottima risorsa per il territorio dunque, ma non è tutto oro quel che luccica. Il settore mostrava già le sue fragilità anche prima del covid e dello stop improvviso del 2020: il 90% dei lavoratori sono stagionali, la crescita dei turisti non ha visto una crescita parallela dei servizi, i B&B, aumentati moltissimo nell’ultimo periodo, pongono dei dubbi alla demografia del territorio.

Ad oggi, dopo aver investito per anni nel settore, ci lasciamo alle spalle una stagione disastrosa e ci affacciamo su un’altra che non si rivelerà migliore. “Se a febbraio 2020 mi avessero chiesto cosa sarebbe successo al turismo sul Lago di Como avrei tranquillamente detto che ci aspettava ancora un decennio di crescita”, dice Giuseppe Rasella, delegato al turismo per la Camera di Commercio. “Ora è cambiato il mondo, è cambiata un’epoca: è difficile dire se e quando si tornerà a crescere”. Tra dati, interviste ad esperti ed esperte del settore (CamCom, CGIL, albergatori e guide turistiche) e una sezione di storie personali, “Lago della Bilancia” prova ad analizzare questi temi per capire quali sono le sfide che si dovranno affrontare per riuscire a rilanciare un settore turistico più saldo nel mondo post-covid.

” Da quando La Fondazione di Comunità ha dato il via alla YouthBank, il suo obiettivo è stato far sentire la voce dei giovani”, commenta Martino Verga, presidente della Fondazione Provinciale della Comunità Comasca onlus.

“Il progetto FuoriFuoco è un ottimo esempio: un laboratorio di giornalismo partecipato messo in piedi da giovani che ci mostrano il proprio punto di vista e quello dei loro coetanei sul presente e futuro del nostro territorio. Ne emerge un focus su ambiente, economia e cultura sul quale vale la pena riflettere, partendo dal fatto che l’impegno sociale dei giovani diventa realtà quando si danno loro opportunità concrete, strumenti e soprattutto fiducia”.

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