Zelbio Cult: “Amore e rivoluzione”, incontro con Mario Botta e Chiara Gatti sabato 7 agosto

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Prosegue Zelbio Cult con la sua formula ormai collaudata: in presenza, su prenotazione, anche quest’anno sul palcoscenico salgono otto protagonisti della letteratura, dell’arte, dell’architettura, del giornalismo e della geopolitica, tutti invitati a dialogare con il curatore e con il pubblico nel teatro comunale di Zelbio, un suggestivo paese di 200 abitanti a 800 metri di altezza tra i monti e i boschi che guardano il lago di Como.

Armando Besio, con gli amici del Comitato cultura di Zelbio, e con il sostegno della Pro Loco e della Biblioteca comunale, superando le difficoltà del momento, ha costruito un ricco calendario per la XIV edizione in arrivo: gli incontri saranno tutti dal vivo, come da tradizione, con l’accortezza del distanziamento delle sedute all’interno del teatro e in ottemperanza alle disposizioni governative vigenti, sarà necessario prenotare sul sito www.zelbiocult.it per ciascun appuntamento.

Con “Amore e rivoluzione” si parla del Canton Ticino: sabato 7 agosto sul palco dialogano Chiara Gatti – storica e critica dell’arte, collaboratrice di Repubblica, Robinson e de Il VenerdìDirettrice artistica di Palazzo Verbania a Luino, e curatrice di una mostra dedicata al Monte Verità in arrivo in autunno a Firenze – e Mario Botta – architetto svizzero di fama mondiale, vincitore di numerosi riconoscimenti internazionali.

Agli inizia del Novecento nel vicino Canton Ticino nasce una comunità di persone fuggite dal caos della vita borghese per rifugiarsi in un paradiso anarchico, fedeli solo alla natura e ai suoi umori, in un luogo dello spirito, affacciato sul Lago Maggiore. La comunità del Monte Verità è costituita e animata da anarchici, vegetariani, architetti: uomini liberi, intellettuali, artisti, danzatori, filosofi, poeti. La leggenda popolare li ha battezzati “balabiòtt”, per la pratica del vivere nudi e danzare nel sole. Chiara Gatti racconta come questa comunità abbia attratto nel corso del tempo un fiume di seguaci, pensatori e teosofi che animarono uno straordinario cenacolo multidisciplinare, culla della controcultura europea: da Herman Hesse a Paul Klee, da Isadora Duncan a Walter Gropius, fino a Carl Gustav Jung. Del legame tra questa esperienza e l’Accademia di Architettura di Mendrisio ci parla Mario Botta, che la fondò 25 anni fa. Nella sua recente pubblicazione “Tracce di una scuola. Accademia di Architettura a Mendrisio 1996-2021” (Electa) si esplicitano le radici culturali che affondano anche qui.

Sul palco per un saluto iniziale è presente Nicoletta Mongini, responsabile Cultura Fondazione Monte Verità di Ascona.

Il curatore del festival: Armando Besio

Genovese di nascita (1957), giornalista, si è laureato in Storia dell’Arte con il professor Corrado Maltese presso l’Università di Genova, è stato cronista del Secolo XIX, inviato speciale del Lavoro, caposervizio del Venerdì di Repubblica e delle pagine culturali milanesi di Repubblica. Collabora con la Milanesiana, la manifestazione culturale ideata e diretta da Elisabetta Sgarbi, e con il Circolo dei Lettori di Milano diretto da Laura Lepri. Oltre a Zelbio Cult, cura il festival “Il bello dell’Orrido. Spavento, stupore, meraviglia” a Bellano, sulla sponda lecchese del lago di Como.

 

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