Villa Bernasconi: dal 30 aprile riapre a Cernobbio con mostre e nuove esperienze

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Venerdì 30 aprile 2021 riaprirà il museo di Villa Bernasconi a Cernobbio (CO), con il nuovo orario, in ottemperanza alle norme emanate per contenere l’emergenza epidemiologica da COVID-19: dal venerdì al lunedì, dalle ore 10 alle ore 18, con prenotazione obbligatoria al link https://www.villabernasconi.eu/acquisto-biglietti-ingresso/ e biglietto unico di Euro 5,00 (gratuito under 15, over 75, Cernobbiesi, Abbonamento Musei Lombardia. E’ previsto lo sconto di 1 euro per chi in possesso del ticket del parcheggio per l’Hub Vaccinale di Villa Erba).

Le visite al Museo di Villa Bernasconi #lacasacheparla si svolgeranno nel rispetto delle misure di sicurezza anticovid-19 e sempre con il consueto stile giocoso e interattivo, invitando i visitatori a trasformarsi nientemeno che in… ladri di storie.

Per ascoltare tutte le voci della villa in sicurezza si potrà usare l’app “Villa Bernasconi” (da scaricare sul proprio device personale), mentre ogni settimana saranno aggiunte nel percorso di visita anche nuove storie cernobbiesi da rubare!

LE NOVITA’ DELLA CASA CHE PARLA

La “casa che parla”, dopo le settimane di chiusura forzata, ha più voglia che mai di accogliere i visitatori e per questo si presenta fin da subito con tante nuove ed interessanti proposte e iniziative.

Fino al 13 maggio Villa Bernasconi ospiterà la mostra “Dipingimi su seta: tra Liberty e moderno” con le opere di Rosanna Pressato: foulard di seta dipinti a mano, ispirati ad artisti diversi del primo Novecento.

Si tratta di opere nate durante la pandemia, in maniera spontanea, quasi terapeutica, e riproducono su seta – un tessuto che si lega strettamente con la storia della Villa e del suo primo proprietario, l’imprenditore serico Davide Bernasconi -, i lavori di alcuni grandi artisti del Novecento. Si passa così dallo stile liberty di Alphonse Mucha, con il suo decorativismo, all’astrattismo geometrico del suo coetaneo Wassily Kandinsky, dal realismo cubista dell’americana Georgia O’Keeffe e dai rimandi geometrici di espressionismo astratto del suo conterraneo Mark Rothko, fino alla pop art di Andy Warhol e al minimalismo di Sol Lewitt.

Dal 14 maggio, invece, le stanze della Villa ospiteranno l’esposizione “Visioni del lago da Villa Bernasconi”; si rinnova la collaborazione con la Pinacoteca civica di Palazzo Volpi di Como con il prestito di una selezione di sei dipinti di prima e seconda metà dell’Ottocento a tema lacustre e una raffigurazione, tesori dai depositi del museo normalmente non visibili al pubblico: cinque vedute del lago, tra cui un grazioso olio su tela con Cernobbio vista dal porto, e l’opera “Il racconto del naufrago” attribuita al pittore e patriota italiano Gerolamo Induno.

Le prime due opere, Veduta del porto di Cernobbio e Como vista da Sant’Agostino, di ignoto autore e datate entrambe 1804, sono due fedeli riprese della realtà paesaggistica ritratta dove il paesaggio assume un ruolo di primo piano mentre la presenza umana rimpicciolisce relegata quasi a una dimensione di contorno dell’ambiente circostante: sulla riva del porto di Cernobbio si avvicendano poche e minuscole figure umane sovrastate dalla rappresentazione della natura (gli alberi, le montagne, il cielo) e dagli edifici; ugualmente nella veduta della città di Como dal Borgo di Sant’Agostino, ripresa dalla riva delle lavandaie.

Anche le tre opere attribuite alla pittrice Maria Teresa Mariani (Veduta di Menaggio, 1874, Como vista da S. Agostino, 1875, Castello di Brivio, 1882) s’inseriscono nel filone della pittura di paesaggio; con La fioritura (1890), Agnese Mylius – artista specializzata nella raffigurazione di fiori – pur adottando un linguaggio pittorico formale, dimostra di essere aggiornata sulle novità che il naturalismo aveva introdotto in pittura negli ultimi decenni del secolo.

Con il Racconto del naufrago, collocato alla seconda metà dell’800, Girolamo Induno propone uno dei temi ricorrenti nella sua pittura: la scena di genere ambientata in interni poveri e modesti, calata nella vita semplice, ambientata presso gli strati più umili della popolazione, caratterizzata da un didascalico interesse ai dettagli, nonché da una vena sinceramente drammatica propria dell’artista, ma derivata anche dall’influsso del Romanticismo e di Francesco Hayez.

La mostra ha il patrocinio della Camera di Commercio di Como e Lecco.

Infine, i visitatori potranno partecipare a una divertente attività trasformandosi in “Cacciatori botanici”. E’ infatti questo il titolo della nuova esperienza di visita, che mira a valorizzare il ricco repertorio di decorazioni liberty a tema vegetale di Villa Bernasconi. Il gioco è semplice: il visitatore sceglie a quale categoria partecipare (foglie, fiori, frutti) e in biglietteria gli viene fornito un link per visualizzare sul proprio telefono un kit di tre schede botaniche che riportano il disegno della decorazione e una breve descrizione botanica della pianta con un approfondimento sulle curiosità dal mondo del verde. Il kit scelto contiene inoltre la lista delle decorazioni in gioco: quando il visitatore è sicuro di aver trovato l’elemento botanico raffigurato sulla cartolina, deve scattare una fotografia. Una volta terminato il gioco, mostrerà le foto alla fine del percorso di visita e, se avrà trovato tutte le decorazioni, riceverà un premio.

“Cacciatori botanici” si basa su due princìpi: dare voce alle decorazioni vegetali presenti nella villa che parla, e comunicare agli ospiti un nuovo punto di vista sul mondo vegetale e naturale. La villa infatti custodisce mille storie tra le sue decorazioni vegetali, storie che parlano di mondi lontani e vicini, di avventure stupefacenti: tutti questi racconti hanno come protagoniste le piante. Alcune specie sono presenti anche all’interno del giardino della villa e questo consente di “toccare con mano” quello di cui si parla nelle schede botaniche.

“Cacciatori botanici” trae ispirazione dalla mostra “Taccuini botanici” (2020) a cura della classe terza dell’Istituto Tecnico Agrario di Fondazione Minoprio, che ha studiato le decorazioni provando che le raffigurazioni non sono frutto di fantasia bensì realistiche ed è stato ideato da Giorgia Acquaviva, Ambasciatrice del Verde.

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