Sogni e visioni
Per festeggiare la domenica dopo San Valentino…
Terzo appuntamento della stagione concertistica al Teatro Sociale di Como
Teatro Sociale di Como
Domenica 17 febbraio 2019, ore 17.00
Il terzo appuntamento della stagione concertistica al Teatro Sociale di Como, in programma domenica 17 febbraio alle ore 17.00, presenta un repertorio da camera molto raffinato: lo spettatore verrà accolto dalle atmosfere più rarefatte e romantiche dell’Ottocento, di matrice viennese e tedesca, per arrivare alla drammaticità di un cammeo del primo novecento russo: Silvia Chiesa (violoncello), Maurizio Baglini(pianoforte), Cinzia Forte (soprano) e Gabriele Pieranunzi (violino) eseguiranno brani di Schumann, Beethoven, Šostakovic.
“Da musicista, tenevo molto a portare a Como questo concerto” afferma Fedora Sorrentino, Presidente Teatro Sociale di Como/AsLiCo “perché il programma presentato, che ha riscosso l’interesse del pubblico e della critica un anno fa al Teatro di San Carlo di Napoli, palesa agli spettatori un esempio della grandissima varietà del repertorio da camera, terreno, per molti secoli, di sperimentazione tecnica e virtuosismo, non solo in Schumann, Beethoven e Šostakovic.
Sul palcoscenico del Teatro Sociale un quartetto composto da quattro celebri solisti (Silvia Chiesa, Maurizio Baglini, Cinzia Forte e Gabriele Pieranunzi), che giungono a Como da tutta Italia. Sogni e Visioni non poteva essere titolo più appropriato a descrivere pagine di rara bellezza, ed altrettanta rara esecuzione.
Questo concerto, inoltre, è stato pensato a ricordare Clara Schumann, nei 200 anni dalla nascita (1819 – 1860), pianista, interprete, intellettuale e musa ispiratrice, figura femminile oltremodo importante, nota in tutto il continente, nel panorama musicale e culturale di primo Ottocento.
Clara Schumann fu infatti la prima interprete del brano che apre il concerto: l’Intermezzo dalla Sonata F.A.E. e a lei il marito Robert dedicò la Romanza in la maggiore op.94 n.2 per violino e pianoforte, che ascolteremo sempre domenica 17 febbraio.”
Il concerto inizierà con l’Intermezzo dalla sonata F.A.E. (probabilmente acronimo per Frei aber Eisam, Libero ma non solo) che Robert Schumann (1810 – 1856), compose nei giorni dal 15 al 28 ottobre 1853, insieme a Johannes Brahms e Albert Dietrich (sul manoscritto autografo, firmato da tutti gli autori, prima della partitura si legge: “F.A.E. / In Erwartung der Ankunft des / verehrten und geliebten Freundes / Joseph Joachim / schrieben diese Sonate / Robert Schumann, Albert Dietrich / und / Johannes Brahms“), dono di compleanno per il violinista ungherese Joseph Joachim (1831-1907), pupillo di Felix Mendelssohn Bartholdy, esecutore, amico tutti i compositori dell’epoca, destinatario di molte pagine dell’epoca. La Sonata F.A.E.venne eseguita da Joachim stesso con al pianoforte Clara Schumann, di cui ricorrono quest’anno i 200 anni dalla nascita (1819-1860).
Segue, sempre di Robert Schumann, la Romanza in la maggiore op.94 n.2 per violino e pianoforte, composta nel dicembre del 1849, come dono di Natale per la moglie Clara. Composti nell’aprile del 1849, ma eseguito solo nel giugno dell’anno dopo, i Fünf Stücke im Volkston, op. 102 Cinque pezzi per violoncello (o violino) e pianoforte, cui Schumann, sul manoscritto autografo il compositore premise il motto “vanitas vanitatum”; dalla musica struggente, che pone sullo stesso piano i due strumenti solisti, si evince la vena romantica di Schumann, che richiama ad un monito: ogni emozione, anche connotata della gioia più inesprimibile, può rarefarsi.
Dal Romanticismo più esasperato, à rebours il programma risale agli albori della corrente ottocentesca presentando il Trio per archi e pianoforte n. 5 in re maggiore, op. 70 n. 1 “Ghost Trio” (I fantasmi o degli spettri) che Ludwig van Beethoven (1770 – 1827) compose nel 1808 e dedicata alla Contessa Marie Erdödy (moglie del principe Antonio I Esterházy di Galantha). Il sottotitolo a questa indicazione è probabilmente da rintracciarsi nell’aspirazione di Beethoven di dedicare al Macbeth di William Shakespeare un’attenzione più ampia.
Al celebre soprano russo Galina Pavlovna Vishnevskaya (1926 – 2012), moglie del violoncellista Mstislav Rostropovic, vennero dedicate le 7 Romanze per soprano, pianoforte, violino e violoncello, Op. 127 che Dmitrij Šostakovic (1906 – 1975) compose nel 1967 su testi di Alexander Blok. A distanza di più di un secolo dalle composizioni precedenti, l’autore rivela ancora un forte carattere intimistico a queste sette romanze, composte dopo l’infarto del 1966, volute come espressione di una ricerca introspettiva che voleva fuggire da qualsiasi mondanità. Fil-rouge a legare questa composizione con il Trio per archi e pianoforte di Beethoven è la presenza, qui più esplicita, ai testi di William Shakespeare.
Quasi duecentocinquanta concerti insieme: è il felice traguardo che la violoncellista milanese Silvia Chiesa e il pianista pisano Maurizio Baglini stanno per raggiungere, solisti affermati sulla scena internazionale e anche coppia nella vita, formano un affiatato duo musicale, con un repertorio di oltre 80 Sonate per violoncello e pianoforte e un’importante discografia per l’etichetta Decca. Hanno suonato per la prima volta insieme il 4 marzo 2006, nel castello di San Polo in Rosso a Siena. Da allora hanno condiviso il palco nei cinque continenti: dalla Salle Gaveau di Parigi alla Sala Cecília Meireles di Rio de Janeiro, dall’Accademia di Santa Cecilia di Roma all’Hermitage di San Pietroburgo, dalla Victoria Hall di Ginevra allo Shanghai Arts Center.