COMO – I traffici illeciti di rifiuti che negli scorsi mesi hanno portato ai pericolosi incendi in Lombardia, hanno riguardato da vicino anche il territorio della provincia di Como e confermano l’infiltrazione mafiosa nel business dei rifiuti. Sono queste le due considerazioni che emergono dall’ordinanza di custodia cautelare che ieri, 7 ottobre 2019, ha portato all’arresto di 11 persone nell’ambito delle indagini sui traffici e incendi di rifiuti tra il nord e il sud Italia.
L’inchiesta -sostiene Roberto Fumagalli, presidente del Circolo Ambiente Ilaria Alpi – ha confermato che quello dei rifiuti è un affare talmente allettante che attira le mafie, che spesso riescono ad inserirsi nella gestione degli impianti, autorizzati o abusivi.
La constatazione, in parte già risaputa, è che anche la provincia di Como è, purtroppo, una di quelle più coinvolte in questi traffici. Non bastassero gli incendi della discarica di Mariano Comense e del deposito di Oltrona S. Mamette, ora dalla cronaca emergono gli impianti siti nella città di Como, quello di via del Lavoro e quello in località La Guzza. Tra gli arrestati, al centro dell’inchiesta, vi è anche un residente a Erba.