Quattro fratelli infermieri, dall’impegno nell’emergenza sanitaria all’udienza da Papa Francesco

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Ci sono storie che ti colpiscono dritte al cuore e che meritano di essere ampiamente raccontate. Una di queste è la storia dei quattro fratelli Mautone, Valerio, Raffaele, Stefania e Maria, tutti infermieri che si sono ritrovati a combattere in prima linea la battaglia contro il coronavirus.

Una famiglia di infermieri a tutto tondo perché anche il padre ha esercitato la professione e ha saputo trasmettere la passione e la dedizione per questo lavoro ai suoi figli.

I fratelli Mautone si sono così ritrovati ad affrontare questa sfida uniti negli intenti se pur lontani fisicamente. Valerio e Maria esercitano la loro professione all’ospedale Sant’Anna di Como, il fratello maggiore, Raffaele, lavora al Cardio Centro a Lugano, in Svizzera, mentre Stefania è rimasta a lavorare a Napoli all’ospedale Pellegrini, la città in cui sono nati.

Valerio ci ha raccontato di aver contratto il virus dopo aver scelto volontariamente di lavorare durante l’emergenza nel nuovo reparto di rianimazione Covid.

“Fino all’8 di marzo lavoravo nel blocco operatorio e su base volontaria ho scelto di trasferirmi nel reparto di Rianimazione Covid – spiega Valerio – un impegno difficile sia dal punto di vista professionale ma anche umano e psicologico”.

Un periodo decisamente complesso sotto tutti i punti di vista quello che ha dovuto affrontare Valerio ma che ha lasciato spazio anche a grandi gesti di solidarietà, difficili da dimenticare. “La sera i ristoranti, pizzerie, cinesi e giapponesi, ci portavano da mangiare per farci sentire la loro vicinanza e gratitudine – continua Valerio – in quel momento abbiamo capito che non eravamo soli e questo ci ha dato una grandissima forza”.

Forti anche i legami che si sono stretti con alcuni pazienti che i quattro fratelli infermieri hanno incontrato sul loro cammino durante l’emergenza sanitaria. “Ricordo un ragazzo di 24 anni che è stato intubato a marzo nel reparto in cui lavoravo – racconta Valerio – nei mesi successivi alla sua guarigione ci siamo rivisti per fare un aperitivo e queste sì sono delle soddisfazioni incredibili che ripagano dalla fatica del proprio lavoro”.

Il ruolo di Raffaele, oltre all’impegno in ospedale, è stato invece quello di fratello maggiore per infondere coraggio e speranza ai suoi fratelli. “Il nostro lavoro è una vera e propria missione – spiega Raffale – dobbiamo somministrare dosi di umanità alle persone”.

Una bella storia che in qualche modo è arrivata anche in Città del Vaticano e che porterà i fratelli Mautone, accompagnati dalle loro famiglie, in Udienza da Papa Francesco il 4 settembre.

“Il nostro obiettivo era far ascoltare la nostra voce al Papa e ci sembra incredibile poterlo ora incontrare – racconta Raffaele – porteremo le nostre famiglie con noi a Roma e sarà un’emozione indescrivibile”.

I fratelli Mautone chiederanno a Papa Francesco di intercedere per tutti gli infermieri del mondo per essere nominati per Premio Nobel per la Pace.

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