Qualcuno prenda in mano il Como!

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Pessimo inizio di campionato dei lariani, in zona retrocessione dopo i primi quattro match. La squadra sembra abbandonata a sé stessa

Dice il tifoso positivo: “Beh, però anche l’anno scorso dopo 4 partite avevamo 2 punti. E l’obiettivo l’abbiamo raggiunto lo stesso”. Vero. Però ci sono da fare vari distinguo: anzitutto l’anno scorso l’obiettivo era molto meno ambizioso di quest’anno (un conto è dover recuperare il treno-salvezza, quello playoff invece va più spedito). E poi il livello medio delle avversarie è salito, quindi sarà dura vedere filotti tipo quello che ci ha regalato la salvezza.

Ma il punto principale è un altro. Anche l’anno scorso la squadra aveva problemi, lacune, difficoltà, ma mai era sembrata abbandonata a sé stessa come oggi a Frosinone. Perlomeno l’anno scorso c’era una rosa che sapeva di doversi salvare e che quindi affrontava la stagione di conseguenza. Oggi al Como ci sono giocatori importanti, di categoria superiore, che appaiono smarriti, come una ciurma senza timoniere. Vedere Mancuso che rema a 50 metri dalla porta fa male agli occhi.

Le assenze incidono, certo, ma anche così la rosa è più forte dell’anno scorso. La mancanza di Gattuso in panchina incide, certo, ma in queste quattro partite si sono visti gli stessi difetti dell’anno scorso, quando Gattuso c’era. Fatica a tirare in porta, tempi interi regalati, gol divorati, difesa perforabile, infortuni in abbondanza, espulsioni sciocche (quello di Arrigoni è stato il terzo rosso preso nel primo tempo tra la scorsa stagione e questa: sono tantissimi), atteggiamento eccessivamente difensivo appena si va in vantaggio.  E queste sono cose che vanno dette.

Dominati oggi, dominati a Pisa, dominati nel secondo tempo col Cagliari. Da salvare solo i primi 45′ all’esordio e, in parte, il secondo tempo col Brescia che ha fatto vedere perlomeno una reazione emotiva. Un po’ poco per una squadra che DEVE ambire ai playoff.

La speranza è che sia solo un momento. Che come l’anno scorso la squadra inizi a girare dopo qualche giornata. Ma la realtà è che il campionato non aspetta nessuno e quando si hanno ambizioni importanti non si può giocare solo a lanci lunghi e pedalare. Serve qualcosa in più. Serve, soprattutto, che qualcuno prenda in mano questa squadra di figurine, la trasformi in un gruppo, le dia un gioco e, soprattutto, inizi a fare punti. Il mercato fatto non lascia alibi a nessuno. E i tifosi hanno fatto il loro, sfondando ampiamente quota 2.000 abbonamenti.

A proposito, sarebbe il caso che anche in Prefettura qualcuno prendesse in mano la pratica relativa alla capienza dello stadio. Non possono volerci mesi per passare da 5.000 a 6.700, numero comunque irrisorio per la Serie B. Se i tempi sono questi, quando bisognerà far partire i lavori per rifare lo stadio quanto tempo ci vorrà? Dieci anni?

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