Passeggiata ai Corni di Canzo

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Tempo totale di cammino: circa 4 ore e 30′

Dislivello complessivo: circa 500 m.
Difficoltà: agevole
Periodo consigliato: fattibile tutto l’anno dove rifocillarsi: al bar/ristorante 3° Alpe
Come arrivare da Milano: in treno, Ferrovie Nord, linea Milano-Canzo/Asso, stazione di Canzo

Ai Corni di Canzo: la più classica tra le mete degli escursionisti milanesi. Il percorso naturalistico ‘spaccasassi’ (allude a certi alberi meglio detti ‘bagolari’ – famiglia degli olmi – le cui possenti radici sono in grado di sgretolare anche le rocce più compatte) è forse un pò meno scontato del più abituale sentiero (nr. 1) che di solito si imbocca dalle fonti di Gajum diretti al rifugio SEV, via Terza Alpe. Lungo questo percorso ad anello di circa 5,5 km. sono collocati vari pannelli informativi, che ci danno qualche rudimento sulla natura della vegetazione e la geomorfologia della zona, il che non guasta, dato che la cultura della gran parte di noi escursionisti cittadini è piuttosto carente in queste materie. Dunque arriviamo a Canzo col treno delle ferrovie Nord, e usciti dalla stazione ci dirigiamo verso la piazza della rotonda per poi imboccare Via Mazzini (sosta facoltativa in una delle due ottime pasticcerie sull’angolo), poi avanti diritto oltre l’incrocio con Viale delle Rimembranze, fino al cimitero (sulla sinistra) poi a destra in Via De Gasperi, al tornante troverete la freccia per il sentiero naturalistico e una dettagliata cartina (qui siamo a quota 420 m.); dopo qualche decina di metri sulla sinistra una ulteriore indicazione segnala l’imbocco del sentiero. Pochi minuti di cammino e già si trova un bivio: qui conviene proseguire dritto per una cinquantina di metri e piegare a destra all’altezza dei ruderi di una vecchia casa rurale.

Come spesso succede scarseggiano indicazioni dove ci sono dei bivii ma abbondano i segnavia rosso/bianchi dipinti sugli alberi lungo il percorso, per cui non è difficile mantenersi sul sentiero. L’inizio dell’itineraro vi potrà sembrare un pò deludente, finchè il panorama resta appiattito sull’abitato di Canzo, ma quando poi si comincia a salire seguendo la costa del monte Cranno il paesaggio si fa veramente suggestivo. La vista si apre e spazia verso la vallata di Valbrona e i profili maestosi delle Grigne. E’ un percorso soleggiato e quindi consigliabilissimo anche per l’inverno e le stagioni intermedie. A quota 740 m. ci imbattiamo in un gigantesco masso erratico, dal peso di ben 300 ton. Poco oltre ci si trova al bivio dove a sinistra si continua la salita per i Corni mentre a destra continua il sentiero naturalistico in discesa tranquilla verso la Val Ravella: ora il paesaggio alterna casotti di caccia e piccole baite e fitte pinete dove l’aria si fa subito più fredda: siamo nel bosco artificiale, risultato delle opere di rimboschimento degli anni ’60/’70 sui terreni terrazzati che un tempo venivano coltivati. Siamo scesi a quota 640 m. e incontriamo l’ampia mulattiera che sale dalle fonti di Gajum (sentiero nr. 1). Pochi passi ed eccoci alla Prim’Alpe: antica cascina in pietra dalla massiccia struttura a corte interna. L’edificio, ora completamente restaurato e centro di educazione ambientale, è dotato di moderni servizi per soggiorni di gruppo autogestiti (camerate, cucina attrezzata, sale, ecc.).

E’ davvero una bella struttura, ideale per progetti educativi di contenuto ambientale: per informazioni e prenotazioni va contattata la Cooperativa Meta che la gestisce (tel. 031/684878). Siamo in cammino da circa 2 ore (passo tranquillo); da Prim’Alpe proseguiamo in salita per mezz’oretta su per la comoda mulattiera ed eccoci arrivati alla Terza Alpe (quota 800 m): è il posto ideale per sostare e godersi il bel paesaggio oppure rifocillarsi al bar/ristorante (aperto tutto l’anno, é però molto affollato di domenica). Completiamo l’itinerario scendendo per il più movimentato sentiero geologico (nr. 2) che con i suoi numerosi zig-zag attraversa ripetutamente il corso del torrente Ravella (non c’è nessuna difficoltà). In circa 1 ora ci ritroviamo alle fonti di Gajum, alle porte del paese (circa 15 minuti per ritornare alla Stazione). Scendendo invece per il più rilassato sentiero nr. 1 (ampia mulattiera) può valer la pena fare una puntatina all’azienda agricola Repossino e comprare qualcuna delle loro specialità davvero stuzzicanti (vedrete l’indicazione a lato di uno degli ultimi tornanti).

Percorso by passolento.it

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