Da lunedì 17 maggio siamo entrati ufficialmente in una nuova fase nella lotta alla pandemia. Per la precisione nella terza, e penultima, indicata dal primo ministro inglese.
A febbraio, infatti, ancora nel mezzo del terzo lockdown nazionale, Boris Johnson aveva tracciato una roadmap che prevedeva una lenta e graduale riapertura e un progressivo allentamento delle restrizioni che dovrebbero terminare il 21 giugno.
Come detto, finora tutto sta procedendo come da programma e così anche qui cominciamo seriamente a vedere la luce in fondo al tunnel. L’unico rischio, in realtà, sembra provenire dalla variante indiana che sembra si stia diffondendo all’interno del Regno Unito. Per ora ancora nessuna certezza, ma la speranza è che i vaccini siano efficaci e che l’avanzata campagna vaccinale faccia da scudo anche contro questa variante.
Per quanto riguarda il cronoprogramma varato dal governo conservatore, il 12 aprile ha rappresentato il primo grande passo in avanti. Abbiamo infatti avuto modo di poter tornare a svolgere molte attività negate durante il lungo lockdown, come per esempio, andare a fare shopping, andare da parrucchieri ed estetiste, e bere una birra fuori da uno dei tanti pub che affollano le città inglesi.
Con l’inizio di questa settimana, invece, molte altre restrizioni finora in essere vengono meno. Tra le più importati da citare sicuramente ci sono il ritorno a viaggiare all’estero, poter mangiare e bere all’interno dei locali, poter tornare a visitare musei e assistere a uno spettacolo nei tanti cinema e teatri che abbondano soprattutto nella capitale inglese.
Per quanta riguarda i viaggi, però, bisogna avere ancora un po’ di pazienza perché se da un lato i divieti per viaggiare sono spariti, dall’altro risulta ancora molto difficile, nonché costoso, potersi muovere.
L’Inghilterra, a differenza dei paesi membri dell’Unione Europea, ha deciso di adottare ancora una volta un sistema a semaforo per distinguere i vari paesi nel mondo.Tutti i colori sono accomunati dalla necessità di eseguire a prescindere test a pagamento al rientro (o ingresso) nel paese (parliamo di kit il cui costo va dai £100 ai £250). La differenza consiste solo nella quarantena, non necessaria al rientro dai paesi verdi, di 10 giorni (che possono diventare 5 se si effettua un altro test a pagamento, detto test to release) in quelli gialli, fino all’auto isolamento in una struttura alberghiera (anche qui previo pagamento di £1750) nel caso si tornasse da un paese presente nella lista rossa.
Il governo ha comunque chiarito la sua posizione in merito ai viaggi affermando che sono consentiti solo verso destinazioni nella zona verde, scoraggiando gli spostamenti per motivi turistici da e per i paesi in zona gialla e rossa (l’Italia per esempio si trova nella lista gialla).
Possiamo quindi affermare che al momento è molto difficile, e caro, spostarsi, motivo per cui io personalmente ho deciso di esplorare di più questa nazione e rimandare a questo autunno/inverno qualsiasi viaggio fuori dai confini britannici.
Tutti i turisti che invece fremono per poter visitare il Regno Unito dovranno temporeggiare fino a che la situazione non migliori e ci siano condizioni più vantaggiose per poter entrare nel paese, come per esempio sperare di viaggiare da un paese nella lista verde.
Siamo comunque sulla strada giusta per un celere ritorno alla normalità che ormai tutti noi speriamo possa diventare realtà quanto prima. Manca davvero poco. Non vedo l’ora!