Macbeth: tenebrosa, onirica e medioevale l’opera di Verdi al Sociale

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Macbeth di Giuseppe Verdi
tinte tenebrose, sonnambulismo e luna,
atmosfere oniriche e medioevali,
nel terzo titolo lirico in scena al Teatro Sociale di Como

 

Teatro Sociale
Giovedì 31 ottobre 2019, ore 20.00 turno A
Sabato 2 novembre 2019, ore 20.00 turno B

Macbeth, terzo titolo operistico in scena al Teatro Sociale di Como (giovedì 31 ottobre alle ore 20.00 e sabato 2 novembre alle ore 20.00) è uno dei capolavori verdiani, il decimo nella produzione del compositore, su libretto di Francesco Maria Piave (rivisto da Andrea Maffei), che dalla prima stesura (Firenze, Teatro della Pergola 1847) all’ultima (Parigi Théâtre Lyrique 1865 e Teatro alla Scala 1872) subì diversi ripensamenti da parte dell’autore.

Fedele all’intrigante drammaturgia shakesperiana, è un susseguirsi di momenti musicali noti e appartenenti alla nostra memoria storica, che in piena epoca risorgimentale infiammarono gli animi degli Italiani: dalla cabaletta Vieni t’affretta del I atto, a Una macchia è qui tuttora del IV atto scritte per Lady Macbeth, a Come dal ciel precipita aria di Banco del II atto, ai cori delle Streghe che ritornano premonitori di accadimenti nefasti, al coro Patria oppressa!, dell’ultimo e IV atto, a Ah, la paterna mano, aria di Macduff a Pietà, rispetto, amore poi divenuta Pietà rispetto onore (edizione 1865) aria conclusiva di Macbeth.

Nella stagione notte 2019/20 in corso, Per tutta colpa della luna, la luna in Macbeth torna in diversi echi e suggestioni, soprattutto nelle frequenti atmosfere notturne, presenti nella drammaturgia e in partitura, ancora più esplicite nella fonte shakesperiana: una luna funesta è quella che sembra avvolgere le sorti di Macbeth e di tutti i protagonisti, William Shakespeare la cita chiaramente (The Tragedy of Macbeth, nel duetto atto II, scena I), fleanzio. È tramontata\ La luna, padre mio; ma non intesi\ Suono di squilla. \banco. A mezza notte or suole \La luna tramontar-).

Ed in queste ambientazioni notturne ritorna, come nella Sonnambula belliniana, un momento di sonnambulismo, nella scena di Lady Macbeth del IV atto, Una macchia è qui tuttora; ma se nell’opera semi-seria di Bellini, il sonnambulismo aveva accezioni quasi fiabesche e surreali, in Macbeth, il sonnambulismo non è sogno ma incubo, un presagio di follia, è il ricordo del sangue maledetto, per gli omicidi commessi, che perseguono Lady Macbeth:  Una macchia è qui tuttora… Via, ti dico, o maledetta!… Una… Due… gli è questa l’ora! Tremi tu?… non osi entrar? Un guerrier così codardo? Oh vergogna!… orsù, t’affretta!… Chi poteva in quel vegiardo /Tanto sangue immaginar?

“Macbeth è per me l’opera più inquietante di Verdi, quasi uno spartiacque nella produzione del Teatro con Musica” afferma il direttore Gianluigi Gelmetti “La strumentazione, la ricerca di innovative forme di vocalità, inedite concezioni formali e strutturali, e un nuovo rapporto tra tutte queste componenti, spesso anche in antitesi tra loro. Tutto nel Macbeth è nuovo, diverso, spesso sperimentale ma con la determinazione e la coscienza di chi sa cosa sta sperimentando.”

La regia dell’opera riproduce, a livello visivo e percettivo, il mondo delle visioni di Macbeth, come se tutto ciò che accade sul palcoscenico fosse prodotto dai suoi occhi.” afferma la regista Elena Barbalich “Il punto di vista è quindi quello del protagonista, come nel corso del percorso erratico profondamente umano del Macbeth shakespeariano, fedelmente mutuato da Verdi. Con lo scenografo Tommaso Lagattolla abbiamo voluto creare uno spazio indefinito, lo spazio interiore dell’incubo, che in alcuni momenti non si coglie per intero, ma si percepisce come un luogo del sentire, dove le figure emergono o appaiono improvvisamente dal buio, generate dalla mente del protagonista. Tutto è avvolto in un’atmosfera lugubremente onirica, nella quale rivive un medioevo barbarico e rituale – omaggio ad Orson Welles – nel quale dominano superstizione e paura.

Abbiamo deciso di attenerci al Medioevo perché rappresenta quel mondo comunitario gerarchicamente conchiuso e cristallizzato, che Macbeth decide di infrangere, per dar voce alla sua singola umana pulsione, producendo il caos. L’universo indecifrabile da lui prodotto, corroso dal dubbio e dall’impotenza, nella nostra interpretazione figurativa, è dominato dalla figura emblematica di un cerchio di specchio che, trasformandosi, acquisisce diverse valenze nei vari momenti della vicenda drammatica.”

L’opera vede il debutto in Lady Macbeth di Silvia Dalla Benedetta, affiancata da Angelo Veccia nel ruolo del protagonista, Alexey Birkus è Banco, Katarzyna Medlarska è la Dama di Lady Macbeth, Giuseppe Distefano Macduff, Alessandro Fantoni Malcolm, Alberto Comes un Medico/Un Domestico di Macbeth/Sicarioun cast importante diretto da Gianluigi Gelmetti sul podio.

La regia è stata affidata a Elena Barbalich (assistente alla regia Costanza Degani) le scene e i costumi sono di Tommaso Lagattolla (assistente alle scene e ai costumi Alessio Rosati) le luci di Giuseppe Ruggiero, le coreografie di Danilo Rubeca.

Una coproduzione dei Teatri di OperaLombardia, con l’Orchestra dei Pomeriggi Musicali ed il Coro di OperaLombardia diretto da Diego Maccagnola

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