Era l’estate del 1990, quella dei mondiali di calcio in italia, della guerra nel golfo e della fine dei dischi 45 giri. Ricordo mio nonno che guardava con rabbia il telegiornale, quello delle 20, dove si svolgeva una guerra che sperava di non dover vedere nuovamente, continuava a ripetermi che l aveva combattuta lui per tutti noi e che la nostra famiglia era a posto, ma sapevo che erano parole indirizzate ad un bambino di 8 anni impaurito da qualcosa di terribile. Ricordo gli occhi spiritati di Totò Schillaci e la delusione di un intero paese che fece calare un innaturale silenzio al bar del campo sportivo quando la nazionale perse contro l’Argentina di Maradona e Caniggia in semifinale.