“La mobilità ciclabile non è solo cicloturismo ma qualità dell’aria e della vita. Parliamo di persone che vanno al lavoro, bambini e ragazzi che vanno a scuola, persone che possono usare la bicicletta e il monopattino elettrico tutti i giorni invece che mettersi in auto. Ma hanno bisogno di farlo in sicurezza. Aprire dei percorsi ciclopedonali sarebbe il minimo per un città come Como che soffre traffico e inquinamento. Ma a Palazzo Cernezzi che chi dice no. No anche ai soldi del Pnrr per finanziare una migliore mobilità sostenibile. Mentre Brescia porta a casa 359 milioni di euro del Ministero dei Trasporti per una nuova linea tramviaria, Como che fa? Soffoca nel traffico”, conclude il segretario Dem.
“Como è 81esima per estensione della propria rete ciclabile, nella classifica delle 105 città italiane stilata dal 28esimo rapporto Ecosistema urbano di Legambiente e Ambiente Italia. A livello nazionale, siamo tra Teramo e Matera e tra gli ultimi in Lombardia. E negli ultimi cinque anni siamo rimasti fermi, con una ciclopedonale che è stata affossata dalla giunta Landriscina. Giunta che per contro ama aprire cantieri sulle vie più trafficate della città”, dichiara Tommaso Legnani, segretario cittadino del Partito Democratico di Como.