Era un giorno di settembre, il cielo azzurro copriva la mia testa ai tempi quasi rasata a zero e gli splendidi capelli biondi di tua madre, il vento lasciava correre idee, parole e i suoi ricci mentre guidavo verso una delle nostre tardive vacanze estive. Erano tempi strani fatti di gesti non comuni e di libertà universitarie. Parlavamo tanto guardando il fondo della strada che ci faceva intravedere il mare e il nostro futuro. L’aria diventava sempre più leggera e foriera di mille promesse. Nottate passate a contare le stelle cadenti, giorni spesi a scrivere il nostro amore sul bagnasciuga. La risacca portava via le nostre parole non per cancellarle ma per portarle ad altri e ispirare l’amore di chi magari ancora non aveva il coraggio di esprimerlo. O così ho sempre voluto immaginare.