L’atteso ritorno, aspettando l’inizio del nuovo anno accademico

Manca sempre meno all’ufficiale ritorno in università, previsto per ottobre. Quante cose sono cambiate e chissà quante cose cambieranno. Sarà strano tornare in aula a prendere appunti seguendo il professore e sarà strano avere accanto (ma non troppo) i nostri compagni di studi e di avventure.

L’anno accademico che sta per iniziare mi aprirà le porte a un nuovo mondo: la magistrale. Non conosco ancora le persone che vedrò circa tutti i giorni stare attenti alle lezioni, non conosco i professori e il loro modo di spiegare. Ci saranno tante novità, un po’ per la situazione in sé e un po’ per quello che vivrò.

C’è stato un recente avviso da parte dell’Ateneo in cui si spiega che, però, non tutte le lezioni saranno in presenza. La soluzione migliore che hanno trovato è quella di lasciare i corsi in università per le matricole, per chi si trova all’inizio del primo anno. Per gli altri invece il sistema rimane quello delle lezioni da remoto. Ci hanno assicurato, inoltre, che tutte le lezioni verranno rese disponibili online e che si potranno seguire sia in live che in altri momenti. Tuttavia, non tutti gli studenti dei primi anni potranno essere presenti in aula sempre: hanno deciso di creare piccoli gruppi con rotazione per permettere a ciascuno di noi di partecipare con scadenza regolare.

Queste nuove modalità in realtà le trovo molto utili e ben fatte. Sono riusciti a trovare una soluzione conforme al problema, senza però penalizzare nessuno. Stiamo parlando, per il momento, solo del mese di ottobre in quanto l’organizzazione dei mesi successivi verrà resa nota più avanti, in base a come procede la situazione attuale. Speriamo tutti in un rientro collettivo in cui poter tornare alla vita di sempre ma con qualche piccola modifica. È bello sapere che comunque l’università garantisce una sicurezza tale da poter fare accedere piccoli gruppi di studenti. Per il momento prendiamo in considerazione piccoli gruppi ma tutti auspichiamo il ritorno della normalità.

Personalmente penso che quello che faccia più paura siano i mezzi di trasporto pubblico. Ricordo che quando finivo le lezioni e prendevo il treno delle 18.00 o delle 19.00 tutti i posti a sedere erano occupati e difficilmente c’era spazio per stare in piedi. Non oso immaginare come sarà ora tra noi studenti pendolari, i lavoratori e chi per altre necessità si trova costretto ad usare mezzi di trasporto pubblico.

Un altro timore, credo comune, è quello di trovarsi nello stesso luogo con persone che arrivano da ogni dove. Prima, nei momenti di studio e anche in quelli di svago, capitava molto spesso di sedersi allo stesso tavolo con persone mai viste prima. Oppure in aula di scegliere il primo posto libero piuttosto che preoccuparsi tanto della persona che avevamo a fianco. Sicuramente manterremo le distanze ma sono abbastanza convinta che inizieremo a fare caso anche a questo, a pensare subito al rischio che potremmo correre sia per noi che per i nostri cari.

Fotografia di Giorgia Tuvo

Indiscutibilmente sarà una realtà mai vista prima d’ora e dovremmo sottostare a molte regole, magari scomode o strette, ma se è quello che serve per andare avanti ci saranno molte persone disposte a farlo. Sarà emozionante tornare in università, conoscere i nuovi compagni e soprattutto rivedere quelli degli anni scorsi. Sarà un po’ come il primo giorno di scuola, a ottobre di tre anni fa, quando ancora non conoscevo nulla, non sapevo dove fossero i passaggi segreti per passare da un edificio all’altro nei giorni di pioggia, non sapevo in quale macchinetta fosse meglio andare per prendere il caffè più buono.

Avremo mille pensieri e mille dubbi in testa, molte domande alle quali sarà difficile trovare risposta ma la cosa più importante è che finalmente si intravede la luce in fondo al tunnel e io non vedo l’ora di rientrare nel mio solito edificio.

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