Nei precedenti articoli abbiamo fatto spesso riferimento alla procedura da seguire nei casi di ritrovamento di un cane smarrito o randagio. Vediamo ora come comportarci nel caso in cui l’animale rinvenuto sia un gatto.
Così come accade con il ritrovamento di un cane, dobbiamo innanzitutto verificare che l’animale non abbia un padrone e che goda di buona salute: se il gatto dovesse essere ferito occorre allertare subito l’ATS veterinaria di zona, la quale procederà con il recupero e la cura dell’animale.
Dopo questi due passaggi preliminari dobbiamo fare molta attenzione e non prendere iniziative affrettate. Uno dei problemi del randagismo felino è proprio la poca consapevolezza delle persone che spesso, agendo in buona fede, alimentano un circolo di nascite incontrollate ed emergenze sanitarie. Per questo motivo la raccomandazione delle volontarie in caso di ritrovamento di un gatto randagio è controllare che quest’ultimo (che sia maschio o femmina) sia sterilizzato prima di iniziare a nutrirlo e prenderci saltuariamente cura di lui. Anche se nutrire un gatto randagio può sembrare un’azione lodevole (e lo è!), occorre capire che una volta iniziato a nutrire un animale non si possono ignorare tutte le conseguenze che il nostro gesto comporta. Un gatto nutrito tende a riprodursi circa il doppio di un gatto senza continua disponibilità di cibo e, in poco tempo, genererà una piccola colonia di gatti che presenteranno tutti lo stesso problema.
Ecco perché la sterilizzazione è così fondamentale: serve a diminuire il sovrappopolamento felino ed è l’unico modo per combattere il randagismo. Per assicuraci che il gatto sia sterilizzato sarà sufficiente controllargli le orecchie: in caso di avvenuta sterilizzazione mancherà una piccola porzione di tessuto sulla punta dell’orecchio, un segno identificativo che aiuta a distinguere a colpo d’occhio gli animali sterilizzati da quelli che ancora non lo sono. Se il gatto non dovesse presentare questo marchio occorre segnalarlo alle associazioni competenti (come, ad esempio, Felixlandia, LAV o ENPA) le quali contatteranno le volontarie del posto . Queste associazioni, che in questi mesi estivi si trovano a gestire una quantità notevole di lavoro, si occupano di contenere le nascite e si prendono cura dei gatti meno fortunati. Oltre alle sterilizzazioni delle gatte randagie, si occupano del recupero di cucciolate nate in zone pericolose della città (come strade trafficate), tengono monitorate le colonie feline del territorio e cercano di trovare una casa a tutti i gatti che non possono vivere liberi.
È bene precisare che sterilizzare è importante, non solo per combattere il randagismo, ma anche per tenere monitorata la situazione sanitaria delle città. I gatti “interi” (non sterilizzati) spesso lottano per le femmine, si feriscono, si trasmettono malattie e partoriscono gattini che a loro volta incrementeranno la situazione di emergenza.
Interrompiamo, quindi, questo circolo vizioso per loro e per noi.