La DAD rende la vita monotona e piatta

Luca, Scienze della Mediazione Linguistica, secondo anno, ci racconta la propria esperienza in DAD.

Descrivici come vedi la DAD

Monotona. Non faccio altro che lezioni frontali, prive di stimoli. Sento come tutto sia diventato incredibilmente piatto.

Cosa è cambiato da quando c’è la Didattica a Distanza?

I professori sono parecchio in difficoltà, anche per i semplici login, cosa che influisce molto sul rendimento.

Si perde sempre molto tempo e così le spiegazioni vengono fatte di corsa e male, per non restare indietro sul programma.

Non esiste più il quarto d’ora accademico, ora i professori sforano spesso l’orario, anche di molto. Non considerano che gli studenti hanno anche altre lezioni e così spesso si ritrovano classi quasi completamente vuote a cui comunque imperterriti spiegano.

Non andare in università poi è davvero triste. Mi sembra di non frequentarla più. Mi sento in prigione.

Non esiste quindi nessun aspetto positivo?

L’unico è forse il non dover più prendere i mezzi, posso alzarmi molto più tardi.

In presenza avrei dovuto prendere bus, treno e metro e fare anche un pezzo a piedi. Il tutto alzandomi alle 7 del mattino.

Mentirei comunque se dicessi che non rifarei tutto quel viaggio infinito. Era una routine a cui, infondo, ero affezionato.

Quindi come vivi personalmente la situazione?

La vivo male, proprio anche perché ho trovato un solo pregio.

Mi manca la vita movimentata, mi mancano compagni e professori.

Facendo lingue c’erano esercizi di gruppo per fare esperienza, le domande dirette della prof, video esplicativi commentati in diretta.

Nelle lezioni frontali è difficile seguire, soprattutto non le trovo utili. Non ci sono nemmeno vere esercitazioni.

Dietro ad un pc puoi anche non intervenire, in presenza certo non puoi scappare o fingere di aver problemi di linea.

Quindi come vedi il futuro delle università?

Spero davvero si torni presto. Della mia università mi manca tutto, perfino l’odore.

Ho frequentato solo due mesi e sono terrorizzato all’idea di dovermi laureare così.

Non voglio sentire per il resto della mia vita di aver frequentato l’università, senza mai davvero averla vissuta.

Voglio essere un universitario, non un prigioniero.

Pur di rivivere i momenti prima del covid non mi importa delle distanze, delle perdite di tempo.

Per un linguistico, questo è davvero un pessimo metodo di insegnamento.

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