Il Como ci ricasca. Rimonta SPAL, si aspetta l’allenatore

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3-3 pieno di emozioni e di delusione. Como sempre in crisi e senza vittorie, si chiude male l’era Gattuso-Guidetti

Quante volte l’abbiamo vista questa scena nell’ultimo anno e mezzo? Il Como va in vantaggio, si chiude – spesso mettendo un difensore in più – e prende gol. E’ successo oggi (cambio Scaglia-Fabregas), è successo a Pisa (Cagnano-Parigini e Kabashi-Mancuso), è successo col Cagliari (ancora Cagnano-Parigini e Bertoncini-Blanco). Tre volte nelle prime sei partite stagionali. Per non parlare dell’anno scorso. Alessandria-Como (Cagnano-Blanco, Nardi-La Gumina e 1-1 subito nel finale), Monza-Como (il 3-2 di Machin arriva 5′ dopo il cambio Ioannou-Chajia), SPAL-Como (al 70′ Kabashi per Gliozzi, al 76′ i lariani subiscono l’1-1). E poi tante altre rimonte subite senza scelte così plateali, ma comunque abbassando visibilmente il baricentro.

Chiudersi non è un reato, anzi, ma bisogna farlo a ragion veduta e non a prescindere. E poi ad un certo punto bisogna rendersi conto di cosa funziona e cosa no.

Nonostante lo storico parli chiaro, anche oggi si è ricaduti nel medesimo errore. A livello agonistico ci sono stati passi avanti. Diversamente dalle ultime due uscite la squadra era presente in campo, trascinata da un monumentale Cutrone (doppietta e tanta personalità) e da un Fabregas non trascendentale ma che ha comunque fatto intravedere i primi lampi di classe mettendo in cascina il suo primo assist. Assist anche per Mancuso e Chajia, bene al rientro. C’è da dire che il Como ha sfruttato diversi errori in fase di impostazione della difesa e del portiere spallini. Ma anche la retroguardia lariana non si è dimostrata solida: Odenthal non ha risolto i problemi. Imperdonabile poi il gol preso nel recupero: bravissimo Esposito a metterla all’incrocio, ma la marcatura non è esistita.

Giustissimo pareggiare, dunque. Tra l’altro non si capisce bene su quali basi si dica che il Como è stato sfortunato e meritava di vincere. La SPAL ha tenuto molto di più il pallone, ha attaccato di più, ha tirato di più, ha avuto più expected goals. Boh.

Il Como si ritrova così penultimo e difficilmente qualcuno rimpiangerà una guida tecnica che ha raggiunto i suoi obiettivi nelle scorse due stagioni ma che poteva lasciare un ricordo migliore. Peccato che nelle ultime settimane si sia pensato più al bene di Gattuso che a quello della squadra, perché questo è successo. Chiunque sia il nuovo tecnico (D’Angelo? Longo? Altro?) non potrà fare miracoli ma allo stesso tempo è chiamato a farne. Perché il tempo per recuperare c’è, ma non ci si può più permettere di buttarne altro.

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