Da oggi i cittadini europei che non sono in regola con il “EU Settlement Scheme” rischiano fino all’espulsione dal Regno Unito. Questo perché ieri, 30 giugno 2021, era l’ultimo giorno disponibile per potersi registrare al programma organizzato dal governo britannico.
Forse per la prima volta da quel referendum del 24 giugno 2016, l’effetto Brexit è tangibile su chi vive nel Regno Unito da prima del 31 dicembre 2020, giorno in cui il paese ha lasciato ufficialmente l’Unione Europea.
Tutti coloro che non hanno la cittadinanza britannica e vivono, lavorano o studiano oltremanica hanno avuto negli ultimi anni la possibilità di registrarsi sul sito del governo per poter ottenere il diritto di residenza permanente.
Chi ha dimostrato di vivere nel Regno Unito da almeno 5 anni, ha ricevuto lo status di “settled”, di fatto molto simile alle condizioni pre-referendum. Il “settled” garantisce gli stessi diritti (lavoro, salute, welfare) di un cittadino britannico. Lo status è a tempo indeterminato, ma viene perso se si lascia il paese per un periodo superiore ai 5 anni. È inoltre il requisito necessario per poter acquisire la cittadinanza.
Coloro i quali, invece, hanno vissuto da meno di 5 anni nel paese, è stato offerto loro il titolo di “pre-settled”, il passaggio antecedente il “settled”, e di conseguenza, con meno vantaggi. I diritti su lavoro e salute vengono garantiti, ma quelli per il welfare possono rivelarsi più difficili da ottenere. Viene rilasciato per un periodo massimo di 5 anni, e lo si perde se si lascia il Regno Unito per più di 2 anni, vanificando così anche la possibilità di richiedere il “settled”.
Più di 5 milioni di richieste sono pervenute al “Home Office”, l’equivalete del ministero degli interni. Si crede, però, che il numero di cittadini europei residenti nel paese sia molto più alto e molti manchino al conteggio. Per questo motivo si sono fatti molteplici appelli, anche attraverso le ambasciate, affinché tutte le persone si registrassero al progetto del governo. Devo dire che guardando i vari gruppi di italiani a Londra presenti sui social le domande e le incertezze su cosa fare e come agire per avere i documenti in regola sono ancora all’ordine del giorno. Anche per questo è stato concesso un periodo di 6 mesi di grazia che, per l’appunto, è scaduto ieri.
Da oggi, quindi, il Regno Unito volta pagina. Dopo anni di disordine e incertezza il paese entra in una nuova fase, che si spera sia un nuovo inizio e la base di un futuro più prospero per il paese ma soprattutto per i tanti europei che hanno fatto di questa nazione la propria casa.