Una storia di rinascita e di ripartenza sempre con il sorriso sulle labbra e la voglia di condividere la propria esperienza con più persone possibili. Una donna che ha la resilienza del sangue.
Simona Negri, 50 anni di Lomazzo, ha imparato a sue spese che si può vivere la malattia anche con il sorriso diventando in breve tempo l’eroina di un fumetto.
Da soccorritore della Croce Rossa a soccorsa, sette anni fa ha scoperto di avere un sarcoma alle ossa e qualche anno dopo un linfoma di non hodgkin, un cancro del sangue.
“La mia storia tra le dita è la mia storia oncologica ma è un pò anche la mia storia di vita – racconta Simona – nasce non per far commuovere le persone ma con lo spirito di far capire alle persone che qualsiasi cosa ci succeda nella vita si può affrontare. Nasce per sensibilizzare l’inclusione sociale. Mi sono resa conto nella mia malattia perché sei solo”.
L’equipe dell’ospedale Galeazzi
“Devo moltissimo al professor Luzzati dell’ospedale Galeazzi di Milano e alla sua equipe, che mi hanno seguita in un modo meraviglioso”.
“Durante la malattia ho iniziato a scrivere un quaderno che ho perso dentro Humanitas – racconta Simona – il quaderno è stato ritrovato dal mio dottore che da subito mi ha incoraggiata a farne qualcosa di bello e a pensare di scrivere in un libro”.
L’incontro con la classe quarta G2 del Liceo Artistico Candiani di Busto Arsizio
“La mia storia è diventata un fumetto grazi all’incontro con i ragazzi della quarta G2 del Liceo Candiani di Busto Arsizio e grazie alla professoressa Alessia Recupero – racconta Simona – in questo modo è nato il progetto dell’anno 20/21. In questo anno di Covid abbiamo imparato a conoscerci tutti in dad – modalità didattica a distanza – ho incontrato trenta ragazzi fantastici che mi hanno fatto mille domande per cercare di capire e comprendere la mia storia per poi tramutarla in un fumetto”.
La nascita dei 5 fumetti
“Sono nati cinque interpretazioni in fumetti della mia storia. Sono cinque stili diversi con cinque grafiche diverse – spiega Simona – più o meno però finiscono tutti nello stesso modo: con me che continuo a lavorare in Croce Rossa”, sorride Simona.
“Nei fumetti ci sono degli spezzoni delle musiche degli U2 e dei Depeche Mode perché i ragazzi sanno che avevo bisogno di rumore per non pensare alla malattia – racconta Simona – ascoltavo le musica degli AC/DC e degli Iron Maiden perché se la musica fa più rumore di te non pensi e ti concentri su quello che devi fare”
Lamiastoriatraledita ha bisogno di tutti noi
“Ora stiamo cercando qualcuno che abbia voglia gratuitamente di stamparci delle copie del fumetto per iniziare – spiega Simona – lo scopo sarà quello di scaricarlo in digitale ma con un contributo per l’ospedale Galeazzi di Milano a l’equipe che mi ha preso in cura. La mia è una malattia rara che colpisce i giovani per questo vorrei che se ne parlasse per sottolineare l’importanza dell’inclusione sociale, per parlare degli sport paralimpici e di tanto altro ancora”.
Dove trovare Lamiastoriatraledita
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