Andrea, Ingegneria Gestionale al secondo anno della magistrale, racconta la propria esperienza in DAD.
Cosa pensi della Didattica a distanza?
È incredibilmente comoda, maneggevole, semplice. Un modo efficace per gestire l’università, soprattutto in concomitanza con altri progetti o un lavoro.
Quindi cosa pensi sia cambiato da quando si frequenta in DAD?
La mia organizzazione è migliorata tantissimo: non devo più rispettare i loro orari, posso gestirmi il mio tempo come voglio. Inoltre, le registrazioni delle lezioni sono essenziali per uno studio più approfondito, non serve più confrontarsi con i compagni in caso si fosse perso qualche passaggio.
Grazie alla DAD è cambiato completamente il mio modo di vivere l’università. Oggi sono, infatti, uno studente lavoratore.
Ovviamente non è un mondo rosa e fiori: manca completamente il rapporto umano, siamo diventati automi che studiano e basta per loro.
Tra compagni di studio non ci sono più le discussioni a pranzo, gli aperitivi a fine giornata.
Pensare che è così che sono nate start-up, aziende e idee novative mi mette abbastanza tristezza. È un’esperienza che mi sarebbe sinceramente piaciuto fare.
Ma personalmente come senti questa situazione?
La mia situazione è un po’ particolare. Non mi mancano i rapporti interpersonali grazie al fatto che lavoro in presenza. Prima di iniziarlo ricordo benissimo quanto fosse pesante.
Sempre davanti al PC, solo. Io che ero abituato ad un eterno e continuo via vai in casa di persone che venivano a studiare insieme a me.
I professori come li percepisci?
Alcuni chiaramente si impegnano, comprendono le problematiche e vengono incontro. Altri no.
A livello umano è cambiato tutto. Prima con i professori a fine lezione potevi confrontarti, perfino prenderti un caffè con loro in pausa. I prof dell’ultimo anno mi sono solo passati di fronte ad uno schermo e ora nemmeno li ricordo bene. Mi sembra di far lezione su Youtube.
Se un AI leggesse un testo non avrei percepito nessuna differenza.
Il carico di lavoro è cambiato?
Completamente. Non ci sono più limiti, molti prof hanno la filosofia del “Tanto siete a casa”.
E i gruppi per i progetti, essendo ormai solo online, ora si tengono ad orari assurdi. L’ultimo l’ho avuto dalle 21 alle 23. La possibilità di inserire in qualsiasi orario questi lavori mi da fastidio, non ho più definito il mio tempo libero.
Cosa pensi del futuro della DAD? È qualcosa di possibile?
Io spero si possa imparare qualcosa da questa DAD. Cosa funziona e cosa no. C’è molto di salvabile e per questo mi auguro che la situazione non torni completamente come prima.
La distanza non era più un problema, seguivo di più. Abitando lontano capitavano delle lezioni a cui non partecipavo perché in orari particolarmente scomodi, ma online il problema non si è più posto.
Mi auguro resti la possibilità di scelta, un sistema ibrido.
Allo stesso tempo spero presto si torni in presenza, l’università non è solo lezioni e studio. L’università che io ho vissuto in questi 5 anni non è quella di adesso.