Controlli in un ristorante di Como: scoperti 6 lavoratori in nero e uno irregolare

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Prosegue incessante l’impegno della Guardia di Finanza di Como, volto alla tutela della collettività e della legalità economico-finanziaria e alla prevenzione e repressione delle violazioni in materia di “lavoro sommerso”.

Le Fiamme Gialle lariane, nei giorni scorsi, hanno scoperto 6 lavoratori impiegati in “nero” (di cui un soggetto extra-comunitario clandestino sul territorio dello Stato) e 1 lavoratore irregolare.

Le Fiamme Gialle del Gruppo Como hanno effettuato un accesso in un ristorante pizzeria. Il locale si trova in una delle più prestigiose vie di accesso per il centro del comune di Como.

Qui erano complessivamente 6 lavoratori in nero di cui 5 di origine turca e 1 di nazionalità somala ed 1 lavoratore irregolare di origine italiana.

Per l’esercizio commerciale è stato richiesto, al competente Ispettorato Territoriale del Lavoro di Como, un provvedimento di sospensione dell’attività. Questo perché è stato riscontrato che più del 10 per cento dei lavoratori presenti sul luogo di svolgimento dell’attività risultava occupato, al momento del controllo, senza preventiva comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro. Il provvedimento sospensivo sarà revocato
quando il datore di lavoro avrà provveduto a sanare la posizione dei lavoratori trovati intenti a prestare la loro opera in nero.

Inoltre, il datore di lavoro ha preso una denuncia, alla locale Procura della Repubblica, per la violazione di cui all’art. 22, comma 12, del D.Lgs. 286/1998 (assunzione illegittima di un cittadino straniero non regolare sul territorio dello Stato). Il lavoratore “in nero” è stato segnalato per il reato di ingresso irregolare sul territorio dello Stato.

L’attività delle Fiamme Gialle

L’attività delle Fiamme Gialle s’inquadra in due dei principali obiettivi perseguiti dal Corpo. Arginare la diffusione dell’illegalità e dell’abusivismo nel sistema economico. Questo a tutela delle imprese e dei professionisti che operano nella piena e completa osservanza della legge. Ma anche per tutelare proprio la parte più debole in un rapporto di lavoro, ovvero i lavoratori.

Questi ultimi, infatti, lavorando in “nero” o in maniera irregolare, non vedono riconosciuta alcuna copertura previdenziale e assicurativa, con gravissime conseguenze sia sulle legittime aspettative di maturazione dei requisiti pensionistici, sia sulle garanzie in tema di infortuni sul lavoro.
Resta ferma la presunzione di innocenza dei soggetti denunciati penalmente.

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