“Tu, Uomo-Profilo! Tu che pensi di poter scegliere in autonomia se venire o meno allo spettacolo. Ti sei mai chiesto chi prende le decisioni per te? Qual è l’Algoritmo che controlla ogni tua azione, ogni tuo pensiero? Quando affermi “io sono libero” questa cazzata chi l’ha detta al posto tuo? Quella era davvero la tua voce?”
viene presentato così It’s App to You, il primo videogioco a Teatro. Una realtà virtuale immersiva a 360°. Una semplice applicazione da scaricare sul cellulare per muovere e governare il personaggio virtuale.
“Ma qual è il confine tra la finzione e la realtà? Se la virtualità si rivelasse più reale di quanto credi? Se fosse il gioco a controllare te?”
Sinossi
Così, per risolvere il gioco ed uccidere l’assassino, non può fare altro che uccidere nuovamente 46. Una trama che si morde la coda, destinata a ripetersi all’infinito. La finzione è molto realistica e tra il giocatore e la realtà virtuale esiste ormai un legame che rende la scelta più complicata del previsto. Scelta che però non può essere elusa in alcun modo. La partita però non termina, la missione non è compiuta. Algoritmo, che dalla regia detta le regole del gioco e muove i fili a proprio piacimento, decreta il “Game Over”.
Il gioco ricomincia daccapo. Stesso caso, stesse indagini, ma stavolta qualcosa è cambiato: 47 si scopre all’interno del gioco, giocatore e contemporaneamente personaggio della storia. Le nuove indagini parlano chiaro: 47 è diventato l’ assassino. Portando a termine la prima partita si è macchiato dell’omicidio di 46. Algoritmo, dalla regia, si gode lo spettacolo di sua creazione.
La finzione, come spesso accade, ha divorato la realtà. Lo scopo del gioco rimane lo stesso: uccidere l’assassino.