Università dell’Insubria: percentuale dei laureati che trovano lavoro più alta della media

Pubblicato il

La percentuale dei laureati dell’Università dell’Insubria che trovano lavoro è nettamente più alta della media: questo il dato più significativo che emerge anche quest’anno dal XXII Rapporto di AlmaLaurea, il consorzio che coinvolge 76 università italiane e ne analizza in modo approfondito il profilo e la condizione occupazionale dei laureati.

I dati del 2019 sono stati comunicati stamattina (11 giugno) in diretta streaming dal Ministero dell’Università e della ricerca, alla presenza del ministro Gaetano Manfredi, del presidente di AlmaLaurea Ivano Dionigi e del direttore Marina Timoteo, in collegamento con Remo Morzenti Pellegrini, presidente della Conferenza dei rettori lombardi e rettore dell’Università di Bergamo, dove il 4 giugno si sarebbe dovuto svolgere il tradizionale convegno annuale del consorzio.

AlmaLaurea ha analizzato le performance formative di oltre 290mila laureati nel 2019 nei 76 atenei aderenti: 166mila di primo livello, 87mila dei percorsi magistrali biennali e 36mila a ciclo unico. E per valutare la condizione occupazionale ha coinvolto in tutto 650mila laureati di primo e secondo livello nel 2018, 2016 e 2014, contattati rispettivamente a uno, tre e cinque anni dal titolo.

Positivi e in crescita i numeri dell’Università dell’Insubria. Si segnala in particolare che l’86,2 per cento dei laureati triennali a un anno dal titolo ha un impiego ben retribuito: la media in Lombardia è dell’82% e in Italia del 74,1%. Per quanto riguarda i laureati magistrali, sempre a un anno dal titolo il tasso di occupazione è dell’82%, maggiore rispetto al 71,7% nazionale ma anche all’81,2% della Lombardia.

­Commenta il rettore Angelo Tagliabue: «Sapere che i nostri laureati trovano lavoro con più facilità rispetto alla media italiana, ma anche a quella dell’operosa Lombardia, è un dato per me molto importante. Conferma la qualità della nostra didattica, basata su un ottimo rapporto tra studenti e docenti, sullo scambio costante con l’estero, sull’esperienza nei laboratori e sull’apertura al territorio e alle sue esigenze. Anche in questo periodo di didattica a distanza abbiamo lavorato per assicurare ai nostri studenti la migliore offerta formativa possibile».

Sottolinea il direttore generale Marco Cavallotti: «Gli stipendi medi dei nostri laureati, da 1300 a 1700 euro, sono un successo anche per l’ateneo.  Le soft skills, le competenze trasversali che si riescono a maturare nella nostra università, consentono loro di ottenere le migliori condizioni di lavoro e di retribuzione».

IL PROFILO DEI LAUREATI INSUBRIA

Per fotografare l’Insubria AlmaLaurea ha preso in esame 1869 laureati nel 2019: 1370 di primo livello, 225 magistrali biennali e 269 a ciclo unico (i restanti sono laureati in altri corsi precedenti alla riforma). Tutti in crescita rispetto al passato i dati. Per esempio le percentuali dei laureati di cittadinanza estera, che sono il 4,4%, rispetto al 3,6% del 2018, e di quelli provenienti fuori regione, il 6,6% rispetto al 4,8 dell’anno precedente.

Si scopre poi che è in possesso di un diploma di tipo liceale il 63,2% dei laureati e che l’età media alla laurea è 25,1 anni, che il 63,6% dei laureati termina l’università in corso, che il voto medio alla laurea è 99,4 su 110 per i titoli triennali e 108,9 per i magistrali biennali, che il 60,1% dei laureati ha svolto tirocini riconosciuti dal proprio corso di studio e il 10,3% ha compiuto un’esperienza di studio all’estero, per lo più con il programma Erasmus.

Per quanto riguarda le valutazioni degli studenti, il 90,4% dei laureati ha apprezzato il rapporto con il corpo docente, l’86,7% ritiene il carico di studio adeguato alla durata del corso, il 79,3% considera le aule adeguate.  Più in generale, il 91,7% dei laureati si dichiara soddisfatto dell’esperienza universitaria nel suo complesso.

LA CONDIZIONE OCCUPAZIONALE DEI LAUREATI INSUBRIA

Sono 1293 i laureati Insubria del 2018 che si sono fermati al titolo triennale e sono stati contattati un anno dopo: le statistiche dicono che il tasso di occupazione è dell’86,2%, in crescita rispetto all’82,2% del 2018, con una retribuzione media di 1.345 euro mensili netti.

I laureati di secondo livello del 2018, contattati dopo un anno, sono 448 (di cui 209 magistrali biennali e 239 magistrali a ciclo unico) e il tasso di occupazione per loro è pari all’82,3%, con una retribuzione media di 1530 euro mensili netti.

I laureati del 2014 contattati a cinque anni sono 368 (di cui 158 magistrali biennali e 210 magistrali a ciclo unico) e il 92,2% lavora con retribuzioni medie di 1733 euro mensili netti: l’82,6% è inserito nel settore privato, mentre il 16,8% nel pubblico.

Potrebbe interessarti

Como, molesto al supermercato, poi la rapina e le testate al direttore: arrestato

La Polizia di Stato, ieri sera, ha arrestato per rapina, lesioni personali, resistenza e...

Clerici Auto vi invita alla presentazione di Nuovo Skoda Kodiaq

Un evento di Clerici Auto per la presentazione di Nuovo Skoda Kodiaq si terrà...

Autotreno fuori strada incastrato nello spartitraffico della Varesina

La mattina comincia in salita per i Vigili del Fuoco di Como. Alle 6...