TECNOLOGIA: USARE CON PARSIMONIA!

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L’avvento delle nuove tecnologie (smartphone, internet, podcast, ecc) ha favorito lo sviluppo di una vera e propria era digitale, ma quali i pro e i contro? Come si possono gestire questi ultimi?

Tra i vantaggi possiamo sicuramente riconoscere la comodità di ridurre le tempistiche, promuovendo l’immediatezza della consegna e dell’uso delle informazioni (pensiamo alle e-mail piuttosto che alle datate lettere spedite in posta), e diminuire così anche le distanze, offrendo la possibilità alle persone lontane di godere della presenza dell’altro come se fosse quasi reale (pensiamo ad esempio allo strumento di skype); la scienza tecnologica ha inoltre semplificato alcuni processi, favorendo lo sviluppo di una rete virtuale, anche di aggregazione, che ne rappresenta una risorsa e un supporto, sia per gli adulti che per i ragazzi.

L’altra faccia della medaglia, tuttavia, mostra alcuni aspetti negativi e rischiosi ai quali prestare molta attenzione.

Tra i primi possiamo focalizzarci sulla perdita dei valori quali l’attesa, la convivialità, coltivare i rapporti reali, l’autenticità dell’incontro, colludendo con l’epoca odierna dell’immediatezza, del virtuale, dell’effimero.

Tra i secondi è bene mettere in luce non soltanto i fenomeni psicopatologici più evidenti, come la dipendenza da internet o dalle nuove tecnologie in genere, ma anche altre manifestazioni, più subdole, che quotidianamente, in modo più o meno conclamato, possono ledere la dignità e l’integrità di una persona.

Tra i rischi possiamo elencare l’uso di tali strumenti come realtà parallela in cui rifugiarsi e allontanarsi dalla realtà reale, o l’essere vittima di adescamenti di malintenzionati, o del fenomeno attuale del “revenge porn” (pubblicazioni di immagini o video intimi attraverso internet senza il consenso della persona) con l’obiettivo di usare la vittima, umiliarla; ciò favorisce, da parte dell’agente, lo sfogo e l’adempimento di vissuti negativi che prova (quali frustrazione, vendetta, rabbia, ecc) inducendo, conseguenze di diversa gravità nella vittima, a livello sia di vissuti che di comportamenti: vergogna, disprezzo, aggressività fino ad atti estremi, come ad esempio il suicidio (ricordiamo il fenomeno “blue whale”).

E’ importante, dunque, adoperare questi strumenti con parsimonia, noi adulti in primis, e trasmettendo tale insegnamento ai nostri figli.

E’ necessario seguire i nostri bambini e ragazzi nel loro impiego, a livello di guida all’uso corretto di questi oggetti, e prestare attenzione alla presenza di eventuali comportamenti di disagio o cambiamenti; osservare, ascoltare, comprendere e comunicare con loro cercando di istaurare un rapporto paritetico di fiducia e di trasparenza, più che di controllo passivo; segnalare, come professionisti che seguono loro (es. insegnanti, educatori, ecc), ai genitori ogni probabile situazione che desta preoccupazione o dubbi.

Da adulti è auspicabile misurarsi e lavorare sul proprio senso del limite rispetto l’esercizio di tali strumenti, al fine di muoversi verso la direzione dell’uso funzionale e non distruttivo di questi ormai “compagni quotidiani”.

 

A cura di Dott.ssa Annanisia Centra,

Psicologa-Psicoterapeuta

Per info e approfondimenti potete contattarmi tramite mail [email protected] o visitare il sito www.psicologacentra.com

 

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