Passeggiata ai Monti di urio

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Itinerario: Moltrasio – Monti di Urio – Monti di Liscione – Moltrasio
dislivello: circa 500 m.
tempo totale di cammino: 3 ore in tutto
Come arrivare da Milano: in auto: autostrada Milano-Como -uscita Como Nord, poi direzione Cernobbio – Moltrasio . Con mezzi pubblici: treno fino a Como (FFSS oppure linee NORD) poi autobus di linea Como-Moltrasio (vedi www.sptlinea.it)

Ore 9. Ci troviamo al treno delle Nord per Como. Tre amiche escursioniste. Qualche chiacchiera in treno e in meno di un’ora si è a Como. Cappuccino e brioche e poi autobus (ore 10:32) per Moltrasio , si scende alla fermata della Farmacia (ore 10.50); sul lato opposto ecco la scalinata che inizia la salita. Il paesaggio del lago: malinconico, nuvole basse avvolte alle cime dei monti, grigio plumbeo predominante su tutto; fa freddo e vorrei tanto essere a casa raggomitolata nelle coperte a leggere un bel romanzo. Ormai siamo in ballo e bisogna andare, siamo un po’ incerte sulla destinazione, magari il rifugio Murelli (sull’Alta Via) ma non siamo sicure che sia aperto. Superiamo la piazza di Tosnacco e al bivio prendiamo a destra: indicazione strada panoramica per Urio e Carate. Comoda pianeggiante strada pedonale lastricata. Panorama sul lago, sempre bello ma in versione bianco/nero, i colori li vedremo un’altra volta. Dieci minuti e arriviamo al cimiterino di Carate Urio. Qui a sinistra bella mulattiera subito in ripida pendenza, ma proprio ripida. Porta ai Monti di Urio, prendiamola. Si va, e nonostante il fiatone troviamo la voglia di buttarci in digressioni culturali e dibattiti sull’enigmatico film coreano ‘FERRO 3’ , che proprio perché enigmatico evoca in ognuno di noi risonanze divergenti (giudizio: assolutamente da vedere). Ore 11.40: ho il fiatone, a dispetto del freddo sto sudando come una vaccona; il sentiero si affaccia su un vallone piuttosto angusto (valle di Urio) e sopra le nostre teste si deliena sul crinale la minuscola sagoma rettangolare del Rifugio Murelli, sembra già a portata di mano, ma è un inganno della prospettiva.

Tutt’intorno campetti terrazzati, ora invasi dal bosco e muretti in rovina, segni del tempo in cui tutti questi monti erano fittamente coltivati. Ore 11.55: sto sputando i polmoni, questa salita sarebbe un vero toccasana per chi vuole fare un bell’allenamento, io ne farei volentieri a meno … Qua e là, le prime pervinche e anemoni e ciuffetti di primule decise a sfidare l’assedio invernale, si fan largo tra le foglie secche, annunciando una primavera ancora lontana. Poetiche. Ore 12.10: siamo in vista del piccolo borgo dei Monti di Urio. Graziose baite rimesse a posto, vista spettacolare sul lago. Altitudine…non so, devo comprarmi un altimetro. Nel centro del paese freccia indicante ‘sentiero non facile per i Monti di Carate’: lasciamo perdere; qualche metro più avanti altra piazzettina con cabina telefonica: a destra freccia per Rifugio Murelli, a sinistra Rifugio Bugone / Monti Liscione / fonte. Ci sentiamo piene di energia e prendiamo coraggiosamente per i Murelli ma un quarto d’ora dopo inizia a nevischiare, decidiamo che: ‘va bene il freddo, ma anche la neve, noi torniamo sui nostri passi e ripieghiamo per i Monti di Liscione.

Ancora nuclei di casolari sparsi e nell’aria un pulviscolo di neve impalpabile – non c’è in giro nessuno, oggi siamo uniche pellegrine solitarie in giro per i monti, ci sentiamo un po’ eroiche. Finalmente si cammina in piano, maestosi i castagni secolari, ma spogli, dovremo tornare in primavera. Ore 12.40: eccoci al borgo di Liscione (altitudine 700). Mi piace tantissimo questo villaggio, anche in una giornata come questa. Foto ricordo obbligatoria. Inizia la discesa per Moltrasio, stiamo facendo in pratica un percorso ad anello; la mulattiera va giù giù giù, un tornante dopo l’altro, se prima ansimavo adesso sono le gambe e le ginocchia a faticare. Ai lati discrete formelle in terracotta scandiscono le diverse stazioni della via crucis. Al tornante della IV stazione, comodi sedili in pietra invitano alla sosta: era ora di fermarsi a mangiucchiare qualcosa e riprendere fiato. Ma: un quarto d’ora e già ci stiamo infreddolendo, e allora via di nuovo in marcia, non c’è un attimo di tregua. Ore 13:45 siamo già a Moltrasio ad aspettare l’autobus che ci riporterà a Como. Di qui con incredibile tempismo coincidenza col treno per Milano. Alle 15:50 sono a casa e preparo il classico bagno caldo. E’ stata una vera gita lampo, mordi e fuggi, altro che ‘passolento’.
Conclusione: vale sempre la pena di scappare da Milano.

Percorso by passolento.it

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